Camera penale visita il carcere di Catanzaro: vecchio e inadeguato
"Nonostante la dedizione del personale penitenziario, la struttura vecchia e inadeguata nella quale sono ristretti priva i detenuti non solo della libertà, ma anche della dignità".
E' il quadro della Casa circondariale Ugo Caridi di Catanzaro tracciato dopo la visita nell'istituto compiuta stamani da una delegazione composta dal presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, dal presidente del Consiglio comunale Gianmichele Bosco, dal garante per i diritti dei detenuti Luciano Giacobbe, dal componente di Giunta dell'Unione delle Camere Penali Valerio Murgano, dal presidente dell'Unione Giuristi Cattolici Catanzaro Leo Pallone e da una delegazione della Camera penale di Catanzaro guidata dal presidente Francesco Iacopino.
"Non si può e non si deve essere costretti a fare una sola doccia al giorno - è scritto in una nota - quando fuori la temperatura supera i trenta gradi e in quelle celle, in tre persone, dove, e questo accade nell'alta sicurezza, la porta resta chiusa per quasi l'intera giornata, la temperatura percepita è ben più alta e non c'è possibilità di ripararsi dal sole battente né consolazione nel bere qualcosa di fresco perché semplicemente non ci sono i frigoriferi.
Sono tre anni che la direzione del carcere li chiede, li sollecita, ma i frigoriferi non arrivano e le persone detenute non possono acquistarli da soli perché l'impianto elettrico non è idoneo a supportarli".
"Abbiamo fatto accesso al carcere Ugo Caridi di Catanzaro - affermano i componenti della delegazione - perché come avvocati penalisti crediamo che i principi e le garanzie costituzionali debbano valere per tutti e non possano trovare ostacoli nella loro applicazione neppure nei confronti di chi ha violato norme penali, macchiandosi talvolta di crimini gravissimi. Durante la visita, durata circa cinque ore, siamo stati accompagnati dal direttore Patrizia Delfino, abbiamo incontrato il personale sanitario e gli educatori, e parlato con molte delle persone detenute".
"Anche se la direttrice ci ha rappresentato che a breve dovrebbero iniziare i lavori di adeguamento dell'ala dell'alta sicurezza per ristrutturare i bagni e inserire le docce - affermano gli esponenti della Camera penale - non si può immaginare che in uno Stato democratico la dimensione pubblicistico-retributiva-sanzionatoria della sanzione penale detentiva, con il suo correlato fine general-preventivo, non sia ancora correttamente bilanciata con il rispetto della dimensione privatistico-intimistica di chi è sottoposto a regime carcerario.
Occorre un intervento, e oggi le persone detenute lo hanno chiesto anche ai rappresenti delle Istituzioni presenti, perché si facciano portatori di una richiesta di riforma normative e di urgenti interventi strutturali".
"La direzione del carcere - affermano i penalisti - ha smentito il dato in relazione ai tentati suicidi, nondimeno sono state molte anche le criticità segnalate in relazione all'assistenza sanitaria. Vivere la detenzione con una patologia non è semplice, e la mancanza di un'assistenza continuativa o adeguata può rendere tutto ancora più complesso, così come gestire malati psichiatrici che non dovrebbero trovarsi in carcere".
"Anche la visita di quest'anno - concludono - ci ha consentito di aprire un dialogo con la direzione, di discutere insieme quelle criticità rilevate durante la visita per tentare, laddove possibile, di intervenire subito, come ad esempio invertire le ore d'aria oggi previste dalle 13.00 alle 15.00 in un cortile a picco sotto al sole, con le ore di socialità che si svolgono dalle 16.00 alle 18.00, questo consentirebbe alle persone detenute di non dover rinunciare all'aria per l'eccessivo caldo".


















