Ragusa, le domande senza risposte sul Tribunale "approdano" a Roma
Torna d’attualità la richiesta di sequestro del Tribunale di Ragusa. Era stata presentata dall’avvocato Carmelo Scarso per le criticità strutturali e per l’assenza di interventi ritenuti necessari, già segnalati al Ministero della Giustizia il 3 ottobre del 2013 dall’allora presidente del Tribunale, Giuseppe Tamburini, e dal procuratore del tempo, Carmelo Petralia. L’attuale procuratore, Fabio D’Anna, ha, infatti, chiesto l’archiviazione della denuncia. L’avvocato Scarso ha presentato opposizione al provvedimento e il Gip ha fissato la camera di consiglio a luglio per discutere il caso.
Una vicenda, dunque, che non è affatto conclusa, così come non è conclusa quella che potrebbe portare al trasferimento degli uffici giudiziari di via Natalelli di Ragusa nel Palazzo Tumino con un contratto di affitto milionario a beneficio della società proprietaria dell’immobile, inutilizzato e vuoto da oltre venti anni. Con un particolare non da poco: il canone di affitto si aggirerebbe intorno agli 800.000 euro all’anno. In barba alle regole dettate – e mai applicate – dal risparmio auspicato, solo teoricamente, dall’accorpamento del Tribunale di Modica a quello di Ragusa con la riforma della geografia giudiziaria. Uno degli aspetti paradossali di una operazione che avrebbe dovuto migliorare la giustizia ma che ha solo portato disagi e disfunzioni.
E in tema di soldi pubblici, vale la pena ricordare i trecentomila euro spesi per la realizzazione di una sorta di capannone sul terrazzo del terzo piano del Palazzo di giustizia di Ragusa (nella foto). Avrebbe dovuto ospitare l’archivio del Tribunale, costituito da migliaia di faldoni. Il locale è rimasto vuoto perché non ha ricevuto il nulla osta alla sua utilizzazione: il solaio, a giudizio dei tecnici, non avrebbe potuto sopportare il peso del materiale di archivio. Sul probabile spreco di denaro pubblico, l’avvocato Enzo Galazzo, portavoce del Comitato Pro Tribunale di Modica, ha presentato, nel 2013, un esposto alla Corte dei conti: non ha ricevuto, ad oggi, alcuna risposta.
Sembra, dunque, di trovarsi in una sorta di atmosfera nebulosa, o davanti ad un muro di gomma: le domande e le richieste di chiarimenti rimbalzano e tornano mestamente e velocemente indietro.
Tutte queste vicende – solo alcune, invero, che è stato possibile evidenziare da cinque anni a questa parte – saranno portate all’attenzione del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, nell’incontro del 19 marzo prossimo, a Roma, con il Coordinamento nazionale per la giustizia di prossimità. Il Coordinamento si batte per la riapertura dei trenta tribunali italiani soppressi dalla riforma della geografia giudiziaria. La delegazione sarà composta dall’ufficio di Presidenza del Coordinamento: gli avvocati Pippo Agnusdei ed Enzo Galazzo, e il sindaco di Vigevano, Andrea Sala.