Accadenia di arte drammatica di Siracusa, gli allievi si raccontano
Li abbiamo incontrati due anni fa durante una lezione di tecnica della voce tenuta da Francesca Della Monica. Allora erano gli allievi del primo anno di corso dell’Accademia Nazionale di Arte Drammatica “Giusto Monaco” di Siracusa, oggi sono alla fine del loro percorso: hanno in questi lunghi mesi appreso l’arte del teatro, hanno recitato non solo a Siracusa ma in varie parti di Italia durante le tournee che ha portato in giro per l’Italia il loro saggio di fine anno; hanno affrontato anche le migliaia di spettatori della cavea del teatro greco di Siracusa. Sono stati l’anima portante delle scorse stagioni, parte del coro di tragedie e commedie della stagione teatrale. Lo sono stati l’anno scorso, lo saranno da maggio fino a luglio. Il più giovane, aveva allora appena compiuto 18 anni, è di Floridia. Salvo Pappalardo ha un sorriso che contagia e deve proprio al suo paese di origine il desiderio di fare l’attore di teatro: “Ho iniziato a fare teatro a scuola. Francesco Torneo, un regista del teatro Iris di Floridia mi ha visto e mi ha invitato a far parte della compagnia, che ho seguito anche negli Stati Uniti. Ho così capito di essere “innamorato perso” del teatro e da qui il provino per l’Accademia”. Anni entusiasmanti in cui il gruppo ha vissuto come in una comunità, gli uni a stretto contatto degli altri, 8 ore di lezione al giorno e la coabitazione in Ortigia, l’isola che separa, come la definiscono. Non solo apprendimento ma anche introspezione psicologica che, per le caratteristiche proprie del lavoro dell’attore ha messo a dura prova alcuni di questi ragazzi, mettendo a nudo debolezze e, nel contempo, valorizzando sfumature dell’anima. Silvia Messina ha 26 anni e viene da Palermo “L’esperienza di questi tre anni per me non è stata facile, non tanto per il mio percorso artistico, che di certo è stato faticoso ma entusiasmante. Sono stati anni che hanno messo a dura prova la mia persona. È un’esperienza che ti cambia da dentro, che fa capire quanto tieni realmente a questo mestiere e cosa vuoi essere tu e cosa vuoi comunicare agli altri. Nel corso di questi anni ho dovuto ogni giorno superare i miei limiti o avere il coraggio di accettarli e usarli non solo in scena ma anche nella vita”. “Il teatro porta a scoprire te stesso- lo afferma con convinzione Salvo- Quando trascorri tre anni in Accademia e sei faccia a faccia con le tue difficoltà, sei costretto a chiederti se vuoi fare davvero questo mestiere: ogni artista ha la propria opera d’arte in un oggetto, l’attore ha se stesso con i propri sbagli, siamo noi a piacere o non piacere, ad andare bene o no e a dover capire cosa non va, noi stessi ad essere criticati. In tre anni abbiamo affrontato diversi registi con metodi di lavoro diversi e ci hanno permesso di vedere i nostri limiti, di superarli e di scoprire se stessi e talvolta tutto questo non è facile”. Tommaso Garrè è il più settentrionale del gruppo, viene da Genova, fatale è stata la sua partecipazione quale alunno del liceo “Doria” al Festival del Teatro dei Giovani, che ogni anno coinvolge scuole sia italiane che straniere nel piccolo teatro di Palazzolo Acreide: “Il mio percorso qui all’Inda è stato molto felice ed entusiasmante perché ho avuto la possibilità di conoscere diverse metodologie teatrali, alcune che ho sposato, altre che ho trovato interessanti. Ho conosciuto insegnanti che hanno cambiato le mie stesse idee sulla disciplina. Il primo Antonio Zanoletti, un vero e proprio maestro per me in questi tre anni, e poi Emiliano Bronzino, Dario La Ferla e molti altri”. Insegnanti validi quelli dell’Inda i cui precetti saranno le basi su cui fondare la loro futura carriera. “A loro va il mio ringraziamento, aggiunge Silvia, perché tutti mi hanno dato qualcosa, innanzitutto a livello umano, nel bene e nel male, qualcosa su cui lavorare e anche da scardinare, perché alle volte si pretende sempre troppo da noi stessi, e ci si dimentica che il teatro è innanzitutto un gioco”. Dopo un anno formativo che è servito anche a consolidare il gruppo, inizialmente poco omogeneo anche per la diversa fascia d’età, durante il secondo anno tutti gli allievi si sono impegnati alla costruzione di uno spettacolo, con la direzione di Claudio Collovà, attività che li ha abituati ad una metodologia di lavoro finalizzata alla messa in scena, in questo caso di “Cassandra” di Christa Wolf. “Una grande fonte di apprendimento, per noi, soprattutto per quanto riguarda la disciplina sul lavoro e per la costruzione dell’attore”. Adesso al terzo anno “molto cambiati, maturi e decisi” il prossimo diploma e stasera l’ultima tappa, sul palcoscenico del teatro Comunale di Siracusa, della lunga tournée dello spettacolo saggio “Lisistrata” di Aristofane con la regia di Massimo De Michele, che ha toccato sette regioni e undici città italiane offrendo anche la possibilità agli allievi di confrontarsi con migliaia di studenti di tutto il Paese. Ne parla Tommaso: “Per noi è stato un lavoro interessante e completo che ci ha portato a compiere un lavoro di “alleggerimento” che ha mixato diversi tipi di linguaggio, quello del cartoon, quello della Commedia dell’Arte e quello dell’avanspettacolo. Lo spettacolo è stato un grande successo sia per noi che lo abbiamo realizzato e che abbiamo avuto la possibilità di metterci alla prova, ma anche per numero di spettatori, quasi 7000 ragazzi in tutta Italia. Noi abbiamo potuto lavorare di fronte a migliaia di ragazzi delle scuole, ospitati da famiglie del luogo tra ragazzi che ci chiedevano del nostro lavoro, un’esperienza magnifica”. Felici e nel contempo malinconici e tristi di concludere questa esperienza, li vedremo recitare nel coro degli spettacoli classici, debutto il 9 maggio e poi il futuro: “Si punta al massimo come obiettivo finale della nostra futura carriera, dice Salvo, ma la realtà teatrale in Italia non è favorevole al teatro. Di certo andrò via, a Milano, per trovare spazio, poi non escludo che io possa tornare e che ci possa essere più spazio per la cultura, perché solo la cultura, la storia può salvarci ed il teatro è un mezzo: la parola di Aristofane, ad esempio è ancora attuale e noi la rendiamo tale attraverso la recitazione”. Rimarrà, invece, in Sicilia Silvia: “Tornerò a Palermo, perché in questo momento la mia città sta fiorendo da questo punto di vista. Nuove associazioni, nuovi testi che tentano di portare il proprio contributo artistico e culturale a servizio di quella che speriamo sia una nuova primavera teatrale. Calcare il palcoscenico è la mia priorità ma non mi dispiacerebbe contribuire alla formazione teatrale nelle scuole, perché si sente molto la mancanza di questa che deve essere considerata una lezione di vita”.
Anita Crispino