Peppe, Chiara e Giovanni: Floridia li 'saluta' con i fuochi d'artificio
Il copione dei funerali si è ripetuto. Con qualche slancio d'affetto in più. Per Peppe, Chiara e Giovanni, pure i fuochi d'artificio che sono stati esplosi in piazza del Popolo, 20 minuti dopo i rintocchi dell'orologio della Chiesa Madre.
Floridia a un anno esatto da quella terribile tragedia che s'è portata via tre ragazzi con una vita ancora da vivere, ha testimoniato affetto e vicinanza ai familiari di Peppe Marino, Chiara Carrubba e Giovanni Violano nel giorno del primo anniversario della loro scomparsa. Il dolore da parte dei genitori è immutato e neppure gli amici li hanno dimenticati. "Ci guardano da lassù" ha detto un'amica di Chiara, la compagna di Peppe che nel giorno dell'incidente portava una creatura in grembo. Le belle parole e le frasi d'effetto sono per tutti i tre ragazzi che il 25 aprile dello scorso anno, nella meta che si erano prefissati, non ci sono mai arrivati. Invece del mare hanno trovato la morte in contrada Monasteri in quel curvone maledetto, teatro in passato di gravissimi incidenti. Soltanto Cristina, la sorella di Peppe e fidanzata di Giovanni, riuscì a scamparla. Porta ancora i segni di una tragedia impensabile, perchè quel pomeriggio doveva essere una festa e non un lutto.
Quest'oggi, come un anno fa. Una fiaccolata è partita da via Fava, luogo dove abitavano i Marino per arrivare in piazza del Popolo per partecipare alla Messa di suffragio. Il celebrante, nell'omelia,ha avuto parole di conforto per i familiari. Poi tutti in religioso silenzio fino alla benedizione del sacerdote.
Alla fine della funzione, gli amici delle vittime si sono radunati in piazza. Poi in lancio verso il cielo di palloncini colorati, sottolineati da un lungo applauso. Ma il finale è stato commovente con gli sguardi all'insù. Una decina di minuti di giochi pirotecnici che neppure nell'ultima Ascensione si sono visti. Quei giochi di luce come a voler dire che "non vi abbiamo dimenticati, resterete sempre nei nostri cuori".
(ha collaborato Leandro Messina)