Pesca, Miccichè (Forza Italia): un leghista ferma la tonnara di Favignana
"Oggi è morta la Tonnara di Favignana. Lo ha deciso un sottosegretario della Lega e la cosa - credetemi - non mi da pace". Lo dice il presidente dell'Ars, Gianfranco Miccichè, coordinatore di FI in Sicilia, dopo che il sottosegretario Franco Manzato ha firmato ieri il decreto ministeriale che assegna le quote individuali di cattura di tonno rosso tra gli impianti di tonnare. "L'azienda Nino Castiglione, con un enorme sforzo economico e con il sostegno della giunta Musumeci, aveva da poco riaperto la storica struttura - aggiunge Miccichè - dando lavoro a centinaia di maestranze, restituendo al mondo una tra le più grandi tonnare del Mediterraneo e dal passato glorioso. Soltanto un leghista di Oderzo, comune che dista 50 chilometri dal mare, uno che non sa neanche cosa sia il mare - figuriamoci l'industria conserviera ittica - poteva rendersi protagonista di una distribuzione delle quote tonno a totale svantaggio di Favignana. Continuiamo così, continuiamo a votare Lega e Salvini, consegniamo le chiavi del Paese a gente che affama il Sud: facciamoci del male! Invito tutti i deputati siciliani a Roma, di qualsiasi schieramento o partito, a inchiodare alle sue responsabilità l'uomo di Salvini e a chiedere una immediata revisione della distribuzione delle quote tonno". Per il deputato di FI all'Ars Michele Mancuso, "il sottosegretario leghista Manzato ha gettato la maschera mostrando il reale volto del suo partito, a cominciare da quello del suo leader, Matteo Salvini, considerando il Sud come terra di conquista, da depredare e sfruttare all'occasione. La cosa si sta verificando puntualmente con la Tonnara di Favignana, a rischio chiusura a causa della ridicola ripartizione delle quote Tonno, umiliante per un'Isola come la nostra". "Una Regione vocata alla Pesca come la Sicilia non può subire l'affronto di una ripartizione delle quote tonno per ciò che concerne la Tonnara di Favignana, che ne mortifica e compromette l'attività futura. Da marsalese, non posso accettare che si leda così l'economia di un territorio", dice Stefano Pellegrino, anche lui deputato di FI all'Assemblea siciliana.