Poligrafici in esubero al Giornale di Sicilia, è sciopero: la Cgil ci avevano raccontato il libro dei sogni
Il Slc Cgil Palermo esprime "profonda amarezza e preoccupazione per il dramma che stanno vivendo i poligrafici del Giornale di Sicilia, in sciopero per cinque giorni dopo la decisione dell'azienda, la S.E.S società editrice della Gazzetta del Sud, di dichiarare 34 esuberi su 43 lavoratori". "Quando due anni fa - dice il segretario generale Slc Cgil Palermo Maurizio Rosso - il 51 per cento delle quote del Giornale di Sicilia fu acquistata dalla Ses, noi dicemmo subito che una fusione tra due giornali, in un momento di crisi dell'editoria, poteva essere un'operazione bellissima ma anche molto pericolosa. Ci risposero che l'ottimizzazione delle risorse avrebbe comportato anche dei sacrifici ma che il progetto era il rilancio. Dicemmo di stare attenti, individuando il segnale negativo del centro stampa spostato da Palermo a Messina, la prima cosa che fecero. Poco tempo dopo scattò la solidarietà al 50 per cento". "Oggi, dopo questo piano lacrime e sangue, possiamo ben dire che ci hanno raccontato un libro dei sogni. Dichiarare dall'oggi al domani 34 esuberi su 43 significa che la produzione di fatto è spostata a Messina e che la sede di Palermo viene ridimensionata, a un passo dalla chiusura - prosegue Rosso - In un momento in cui Palermo ha riacquistato visibilità, è diventata capitale culturale e turistica, assestare questo colpo ai lavoratori di una testata fondamentale per una città dove hanno trionfato per anni mafia, malaffare e corruzione è un assassinio". Secondo l'Slc Cgil, un'azienda editoriale che produce informazione deve essere considerata alla stregua di una istituzione culturale e si deve levare alto il grido delle istituzioni politiche in sua difesa. "E' insopportabile che lavoratori che hanno creduto nel rilancio di questa testata, decurtandosi gli stipendi e facendo sacrifici, vengano non considerati e messi in mezzo alla strada - aggiunge - Chiedo l'intervento immediato del sindaco e del presidente della Regione per esigere piani industriali veri. Il piano industriale 2018-2022, che prevedeva un graduale ritorno a un equilibrio economico finanziario, evidentemente non si è rivelato all'altezza dei risultati".