Lampedusa, legale della Sea Watch: nessun atto criminale di Carola
"È stata fatta una manovra in condizioni di estrema difficoltà, ma non c'è stato alcun atto criminale né la volontà di speronare la motovedetta o uccidere qualcuno, solo la necessità di salvare delle vite". Così uno dei legali di Sea Watch, Salvatore Tesoriero, ha ricostruito la manovra che ha portato ieri all'arresto della comandante Carola Rackete, sottolineando che "non c'è stato alcun contatto" con la Gdf. Da parte di Carola, ha ribadito, "c'era solo la necessità di portare in salvo persone in condizioni estreme.Carola Rackete "ha fatto di tutto per salvare vite umane" ha aggiunto l'avvocato Tesoriero che, rispondendo ai cronisti, ha spiegato che una possibile strategia difensiva sarà quella di contestare il fatto che la motovedetta della Gdf possa essere considerata nave da guerra. E sarà questo uno degli elementi che verrà sollevato molto probabilmente nell'interrogatorio di convalida davanti al Gip in programma tra domani e martedì. Quando alle politiche dell'immigrazione del governo italiano, il legale ha sottolineato che si tratta di un "fenomeno epocale e bisogna decidere se vanno messe avanti le vite umane o un interesse nazionale che, in questo caso, non si capisce bene quale fosse". E il decreto sicurezza bis? "È una misura incomprensibile - risponde - che non si preoccupa delle esigenze della tutela della vita umana, perché lasciare fuori dal porto una nave in condizioni di estrema necessità viola" le norme internazionali.
Carola Rackete, comandante della Sea Watch, è "molto provata" per quanto accaduto, ma allo stesso tempo "molto forte e lucida" nel rivendicare le sue scelte. Più volte, dopo l'arresto, ha chiesto come stessero i 40 migranti sbarcati dalla nave, informandosi su quali fossero le loro condizioni. Lo riferisce uno dei legali di Sea Watch, Salvatore Tesoriero.