Superstrada Ragusa - Catania, otto sindaci consegnano la fascia a Musumeci
"Ho invitato i sindaci, con i quali solidarizzo insieme al governo regionale, a soprassedere ancora per qualche giorno perché tra i 24 e il 25 luglio dovrebbe tornare a riunirsi il Cipe e in quella occasione dovrebbe essere inserita all'ordine del giorno l'acquisizione del progetto della superstrada Catania-Ragusa da parte del governo". Così il presidente della Regione, Nello Muscumeci, agli otto sindaci dei comuni interessati alla realizzazione dell'infrastruttura, che lo hanno voluto incontrare a Catania per consegnargli la fascia di primo cittadino per protestare contro la mancata decisione del governo nazionale sull'arteria. "Se non si dovesse porre l'attenzione sull'arteria, i sindaci, con in testa il governo regionale, passeranno ad azioni clamorose di protesta - afferma Musumeci - Sono sicuro nuoceranno alla buona reputazione di un governo nazionale che finora si è rivelato assolutamente incapace di assumere con coraggio una decisione che sia la strada praticabile ch ci porti nel più breve tempo possibile all'apertura di un cantiere da cui si parla da oltre trent'anni". A consegnare la fascia tricolore a Musumeci stamane sono stati i sindaci Salvo Pogliese (Catania), Giuseppe Cassì (Ragusa), Sebastiano Gurrieri (Chiaramonte Gulfi), Giuseppe Stefio (Carlentini), Saverio Bosco (Lentini), Giovanni Verga (Licodia Eubea) e Vito Cortese (Vizzizi). Per Francofonte era presente in rappresentanza del sindaco l'assessore Giuseppe Vinci. "La condotta del governo nazionale dell'ultimo anno - accusa Musumeci - non lascia ben sperare. Siamo molto preoccupati. Con i sindaci abbiamo assunto una decisione che è forte anche se civile: o il governo nazionale ci dice quando e come vuole realizzare la Catania-Ragusa altrimenti daremo vita ad azioni di protesta clamorose perché con questo governo ormai non ci si può più fidare visto che da un anno si va avanti a zig zag, dapprima con una linea e poi con un'altra. E quando tutto sembra arrivato al traguardo, si ricomincia daccapo. Un modo di fare davvero incomprensibile".