Modica, l'addio a Piero Iemmolo: cerimonia di Lorefice e Gisana
“Piero non è un eroe, Piero non è un santo. E’ un uomo di fede che ha fatto suo il vangelo ed ha operato secondo gli insegnamenti di Gesù”. Con queste parole, l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, ha aperto il rito funebre in onore di Piero Iemmolo, il medico modicano morto al Policlinico di Catania, il 29 luglio scorso, a distanza di un mese dall’incidente stradale, alla periferia di Modica, che gli aveva procurato gravissime ferite. La celebrazione - alla quale, nel Duomo di San Pietro di Modica, hanno partecipato tutti i preti della città e alcuni della diocesi di Noto – è stata presieduta dall’arcivescovo di Palermo e dal vescovo di Piazza Amerina, Rosario Gisana, entrambi amici di Piero Iemmolo. Don Corrado Lorefice – parroco di San Pietro prima di essere chiamato da Papa Francesco a reggere l’arcidiocesi palermitana – non ha potuto nascondere la commozione parlando della vita del medico modicano, grande operatore di fede nella Comunità parrocchiale di San Pietro, generoso professionista, amico e servitore delle persone umili e bisognose, impegnato nel sociale e nell’accoglienza ai migranti. Don Rosario Gisana ha ricordato la sua amicizia con Piero Iemmolo e con la sua famiglia, ripercorrendo l’impegno di Piero, fin dagli anni dell’adolescenza, quando, insieme a lui, giovane prete, si adoperava per alleviare le difficoltà delle famiglie più bisognose della città: con una motoape raccoglieva vestiti e generi alimentare da consegnare a chi era meno fortunato e, spesso, non aveva sufficiente sostentamento. L’impegno e la dedizione di Piero Iemmolo nel sociale, nella sua professione di chirurgo all’ospedale “Maggiore” di Modica, sono stati testimoniati dalla presenza di centinaia di amici e di semplici conoscenti all’interno del Duomo di San Pietro. La testimonianza di un’intera città verso un “uomo di fede: né eroe, né santo”.