L'attacco della Cgil di Siracusa a Salvini: "Si è sottratto al confronto coi lavoratori"
Selfie a parte con il popolo e la sua indiscutibile bravura oratoria, le sue risposte senza esitazione, il giorno dopo la visita di Matteo Salvini a Siracusa, merita un'analisi per un partito che non c'è, che non ha fondamenta solide. I simpatizzanti che sono andati a sentirlo al Tempio di Apollo lo hanno fatto un po' per curiosità. Altri per contestarlo. E non si può dire che Siracusa sia sede di Centro sociali.
Questa mattina l'affondo al leader della Lega arriva dal segretario territoriale della Cgil di Siracusa, Roberto Alosi.
Il sindaco lo accusa di essersi sottratto al confronto con il mondo del lavoro.
"La Cgil- afferma Alosi - con grande senso di responsabilità e fermezza argomentativa, avrebbe voluto porre al Ministro 3 domande:
Come mai un Ministro della Repubblica italiana abbia sentito il bisogno di rispondere prontamente al governo russo piuttosto che preoccuparsi di capire ed ascoltare le ragioni di un territorio esasperato dalle tensioni sociali causate proprio dalla spregiudicatezza del colosso industriale russo (Lukoil) che generosamente ospitiamo nel nostro distretto industriale? Come mai un Ministro della Repubblica italiana accoglie l'invito di un paese straniero a "normalizzare" le tensioni sociali ed occupazionali che esplodono dinanzi alle portinerie industriali e non interviene invece sul colosso petrolifero russo per chiedere conto e ragione dell'impegno assunto al momento dell'acquisto della raffineria Isab di Siracusa di un investimento di un miliardo e mezzo per ammodernamento tecnologico, risanamento ambientale e prospettive strategiche di sviluppo di cui si sono perse letteralmente le tracce? Come mai un Ministro della Repubblica italiana non abbia sentito il bisogno di capire le vere ragioni di un territorio industriale martoriato, offeso, sfregiato che rischia di sprofondare in una irreversibile crisi ambientale, sociale ed occupazionale e, al contrario, abbia deciso di inasprire pericolosamente il livello di tensione sociale utilizzando strumenti repressivi che non appartengono alla nostra storia e al nostro territorio?"