Champions, il Barcellona batte l'Inter in rimonta: Napoli fermato dal Genk (0-0)
All'Inter non riesce l'impresa contro il Barcellona, la sfiora, ci crede per un tempo intero o poco più, ma la doppietta di Suarez nella ripresa è un brusco risveglio per i nerazzurri. La squadra di Conte esce dal Camp Nou sconfitta ma ha il merito di aver giocato a viso aperto, cercando il raddoppio in più occasioni. Gli errori sotto porta, però, contro una squadra come il Barcellona, alla fine, si pagano. E così è stato. Lautaro Martinez sblocca la partita dopo appena 120' secondi, l'Inter domina il primo tempo, poi cala nella ripresa anche fisicamente. I cambi di Valverde spostano gli equilibri, quelli di Conte sono meno efficaci. Sono due rose diverse, due club in momenti storici opposti. L'Inter però è in crescita anche se per scrivere la storia serve qualcosa in più. In Champions il cammino è ancora complicatissimo con Barcellona e Borussia a 4 punti, Inter e Slavia Praga a 1.
Ed ora i nerazzurri dovranno già voltare pagina perché domenica c'è la Juve e un primo posto in classifica da proteggere. La partita si apre subito con il gol di Lautaro Martinez che, dopo 120' la sblocca, l'argentino di forza e precisione, recupera palla e resiste al confronto fisico con Lenglet, poi trova il gol con uno splendido sinistro ad incrociare. Una rete storica per l'Inter che non segnava al Camp Nou dal 1970, dal gol di Bertini. I nerazzurri giocano un primo tempo convincente, di spessore, nonostante la presenza in campo a sorpresa titolare di Messi. Uno dei pochi tentativi del primo tempo del Barcellona arriva al 13' con il colpo di testa di Griezmann sul cross di Sergi Roberto. E' l'Inter ad andare più vicina al raddoppio. Barella e Sensi giocano senza timore, al primo esame vero della carriera. Non tremano le gambe ai due giovani italiani che affrontano a testa alta giocatori come Busquets, De Jong e Messi. Brozovic si conferma in splendida forma, vero leader del centrocampo nerazzurro, l'uomo che dà equilibrio tra le due fasi.
L'Inter per 45' è ordinata e copre bene gli spazi. Il Barcellona non è brillante come ci si aspetta e soffre le combinazioni veloci di Sanchez e Lautaro e le incursioni di Sensi. Al 33' altra occasione clamorosa per l'Inter: azione corale dei nerazzurri poi palla a Barella che dalle retrovie cerca la conclusione deviata in angolo. L'Inter c'è e nel primo tempo fa la partita. Al 37' ci va ancora vicino Lautaro di testa su cross di Candreva ma Ter Stegen para con una mano in tuffo con un grandissimo intervento. Un minuto più tardi ci pensa Handanovic ad allontanare con i pugni. Sfiora la traversa Sensi con un tiro a giro che fa alzare in piedi tutti. Poi ancora Sanchez non inquadra la porta di testa. E' un'Inter bella ma che spreca troppo e si sente forse la mancanza di Lukaku rimasto a Milano. Nella ripresa il Barcellona aumenta il ritmo. L'Inter gioca coraggiosa ma non riesce mai manca sempre la conclusione.
Sensi cade in area dopo un contrasto dubbio ma non protesta con enfasi. Poi i blaugrana riemergono con le sostituzioni e soprattutto con Vidal che entrato al posto di Busquet, serve un cross a Suarez che segna in acrobazia, in mezza rovesciata al volo. Una perla da fuoriclasse e l'Inter subisce il contraccolpo. L'ingresso in campo di Dembelé al posto di Griezmann rende più pericolosa la squadra di Valverde. Ci prova anche Messi ma Handanovic di petto neutralizza. Conte inserisce forze fresche e richiama Sanchez e Candreva per Gagliardini e D'Ambrosio. Al 40' Messi trova il guizzo del campione vero, si libera di cinque uomini e serve in mezzo Suarez che brucia Godin e sigla la doppietta. Un verdetto amaro da cui l'Inter deve reagire in fretta. Non c'è tempo per abbattersi, domenica c'è il derby d'Italia.
NAPOLI FERMATO DAL GENK ( 0 - 0)
Il Genk ferma il Napoli sullo 0-0 e gli azzurri perdono una ghiotta occasione per rimanere a punteggio pieno nel girone di Champions. La squadra di Ancelotti è costretta a lasciare per lunghi tratti della partita l'iniziativa agli avversari che giocano sulle ali di un entusiasmo incredibile e con un agonismo impressionante. Tuttavia quando gli ospiti riescono ad avvicinarsi alla porta del Genk le occasioni arrivano, ma gli attaccanti azzurri, Milik su tutti, sembrano attraversare uno stato di forma estremamente precario e nessuno è in grado di concretizzare le opportunità che si presentano. Il Napoli scende in campo mentre aleggia il mistero Insigne che va in tribuna. Ancelotti gli preferisce Milik e Lozano, mentre Zielinski, Mertens e Llorente vanno in panchina. L'approccio alla partita degli azzurri lascia a desiderare. Quella carenza di spirito guerriero e di voglia di combattere che si era già vista nel secondo tempo della partita con il Brescia e anche in occasione della sconfitta in casa con il Cagliari continua a essere protagonista. Il Genk - il cui valore tecnico complessivo è nettamente inferiore a quello degli avversari - lotta su ogni pallone e inevitabilmente tende a schiacciare il Napoli nella propria metà campo. Nella prima frazione di gioco i belgi riescono in maniera anche un po' fortuita a creare due limpide occasioni da gol sulle quali Meret si supera ed evita alla propria squadra di andare in svantaggio.
Sul fronte opposto le occasioni pure arrivano ma Milik in due circostanze, pur trovandosi a colpire di testa con la porta spalancata davanti, manda il pallone una prima volta a colpire la traversa e in una seconda circostanza sul fondo. Il tris delle occasioni per gli azzurri consiste in un conclusione di Koulibaly dentro l'area di rigore che viene respinta sulla linea di porta da Hrosovsky. Nella ripresa il Genk rallenta un po' il ritmo indiavolato tenuto fino all'intervallo, ma il Napoli non sa approfittarne. Dopo pochi minuti Callejon fallisce un' occasione a botta sicura, sbagliando la conclusione da posizione favorevolissima e mandando la palla abbondantemente lontana dalla porta avversaria. Gli azzurri ci provano a superare la barriera della difesa avversaria, ma Milik è un fantasma e Lozano non incide. Anche Mertens, mandato in campo da Ancelotti nel tentativo di dare un po' di fantasia e di concretezza al gioco d'attacco della sua squadra, non riesce a essere determinante. Perfino Llorente, che nel finale sostituisce Milik, non lascia il segno. I belgi non riescono più a rendersi pericolosi, tranne che in un'occasione in cui Allan, che nel primo tempo aveva già regalato un'opportunità agli avversari, fa un altro errore clamoroso e per poco non manda in porta Samatta. Finisce così con un pareggio che il Genk accetta come una vittoria e che rallenta la corsa del Napoli verso la qualificazione agli ottavi di finale. Vero è che nel girone ci sono ancora quattro partite da giocare, ma sprecare punti contro un'avversaria di quarta fascia può solo creare problemi per il futuro.