Corteo a Lampedusa per ricordare i 368 migranti morti nel naufragio di 6 anni fa
Una folla di cittadini, rappresentanti di associazioni, forze dell'ordine, istituzioni, ma soprattutto circa 500 studenti provenienti da scuole ed istituti italiani ed europei, indossando la maglietta #iosonopescatore hanno dato vita al corteo che partendo da piazza Castello arriverà alla Porta d'Europa a Lampedusa per ricordare le 368 vittime del naufragio del 3 Ottobre 2013. Le magliette (ne sono state distribuite 2.000 realizzate grazie al progetto "Snapshots from the Borders", del quale il Comune di Lampedusa è capofila) vogliono ricordare che "la legge del mare" è l'unica legge alla quale bisogna far riferimento quando c'è una vita in mare da salvare.
"Sei anni fa, di fronte alle centinaia di corpi delle vittime del tragico naufragio del 3 ottobre 2013 a Lampedusa, l'Europa aveva detto 'Mai più', ma dal 2013 ad oggi oltre 15.000 persone tra cui tantissimi bambini e adolescenti, hanno perso la vita o risultano dispersi tentando di attraversare il Mediterraneo. Negli anni l'Europa ha progressivamente rinunciato alle operazioni di ricerca e soccorso, scegliendo di proteggere i confini e non le persone, mentre l'impegno per il salvataggio in mare è stato scoraggiato". Lo afferma Raffaela Milano, Direttrice Programmi Italia-Europa di Save the Children. "Il recente summit di Malta potrà rappresentare il primo passo per l'avvio di un'azione europea condivisa a condizione che il Consiglio europeo Giustizia e Affari Interni, previsto per il 7 e 8 ottobre, impegni concretamente i Paesi membri nel garantire il pieno rispetto del diritto internazionale - aggiunge - riconoscendo, anche alla luce dell'allarme crescente delle Nazioni Unite, che la Libia versa oggi in una terribile situazione di fragilità e instabilità e non può essere considerata in alcun modo come un porto sicuro". "È insopportabile continuare ad essere testimoni delle morti in mare - ribadisce Milano - È fondamentale e urgente che l'Europa si impegni stabilmente a garantire vie di accesso sicure dalle aree di crisi o di transito, per evitare così che decine di migliaia di bambini, donne e uomini continuino ad essere costrette a ricorrere ai trafficanti, subendo ogni tipo di violenza e mettendo a rischio la propria vita". Save the Children, impegnata in Italia dal 2008 in attività e interventi di sostegno e assistenza dei minori stranieri soli in arrivo via mare - poco meno di 1000 nel 2019, pari al 13% del totale dei migranti sbarcati - ha partecipato agli eventi organizzati dal Comitato 3 Ottobre in questi giorni con la conduzione di alcuni laboratori partecipati per gli studenti presenti da tutta Europa sull'Isola, incentrati sull'immedesimazione reciproca, la condivisione e l'integrazione tra adolescenti coetanei.