Palermo, Di Pietro teste in aula: "Finì a Lima parte di tangente Enimont"
"Conobbi Giovanni Falcone quando era direttore degli Affari penali al ministero della Giustizia. Eravamo agli inizi di Mani Pulite, Falcone fu il mio maestro nel campo delle rogatorie e mi disse di controllare gli appalti in Sicilia. Cioè l'indicazione era capire se imprese del Nord si fossero costituite in associazioni temporanee di imprese con imprenditori siciliani per l'aggiudicazione di lavori nell'isola". Lo ha detto l'ex pm di Mani Pulite Antonio di Pietro, teste al processo d'appello sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia in corso davanti alla corte d'assise d'appello di Palermo. Di Pietro è stato citato dalla difesa di uno degli imputati, l'ex capo del Ros Mario Mori, imputato di minaccia a Corpo politico dello Stato. "Di appalti e della necessità di discutere insieme dell'argomento parlai anche con Borsellino. Decidemmo di fare il punto insieme, ma non ci fu il tempo di farlo", ha aggiunto.
"Scoprimmo che parte della tangente Enimont attraverso Paolo Cirino Pomicino era arrivata a Salvo Lima". Lo ha detto l'ex pm di Mani Pulite Antonio di Pietro, teste al processo d'appello sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia in corso davanti alla corte d'assise d'appello di Palermo. Di Pietro è stato citato dalla difesa di uno degli imputati, l'ex capo del Ros Mario Mori, imputato di minaccia a Corpo politico dello Stato. Di Pietro ha riferito dei suoi rapporti con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con cui, prima degli attentati di cui furono vittime, parlò della possibilità che ci fosse una 'mani pulite' siciliana. "Parte dei soldi di Gardini - ha spiegato- sono finiti a Salvo Lima in Cct (buoni del tesoro ndr)".