Tentata estorsione a imprenditore di Solarino, pene ridotte a due avolesi
Condanna ridotta per due imputati , confermata per gli altri due componenti arrestati all’epoca dai carabinieri di Noto per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, ai danni di un imprenditore di Solarino che stava costruendo una clinica privata in contrada Fiumara-Zagaria, in territorio di Avola. Due dei quattro imputati invece condannati alla rifusione a favore del Comune di Avola che si era costituito in giudizio come parte civile per tutelare l’immagine della città. A comparire davanti ai giudici della seconda sezione della Corte di Appello di Catania, martedì scorso, per una vicenda che il 6 luglio del 2017 li portò in carcere per una tentata estorsione aggravata, sono stati gli avolesi Paolo Zuppardo, Giuseppe Capozio Junior, Luciano Capozio e Corrado Lazzaro, difesi dagli avvocati Sinuhè Curcuraci, Natale Vaccarisi e Antonino Campisi. Con sentenza di condanna emessa il 4 dicembre scorso dal Gip del tribunale di Catania Monaco Crea, Zuppardo e Giuseppe Capozio Junior furono riconosciuti colpevoli dei reati loro ascritti e condannati alla pena rispettivamente di 3 anni e 4 mesi di reclusione, e 3 anni e 8 mesi di reclusione al secondo. Condanna confermata per entrambi dai giudici della Corte di Appello di Catania, dopo il ricorso in appello presentato dai difensori, mentre con la stessa sentenza i giudici hanno riformato la condanna di primo grado per gli altri due imputati Corrado Lazzaro e Luciano Capozio, ridotta a 2 anni e 10 mesi di reclusione in riforma a quella di primo grado che ammontava per entrambi a 3 anni e 4 mesi di reclusione. Inoltre, con la stessa sentenza i giudici della Corte di Appello di Catania, hanno condannato gli imputati Paolo Zuppardo e Giuseppe Capozio Junior alla rifusione della parte civile costituita in giudizio, il Comune di Avola, alla pena pecuniaria di 600 euro. Tutti gli imputati, di cui tre arrestati il 6 luglio 2017 e il quarto successivamente ( Capozio Luciano) al termine di una operazione dei carabinieri di Noto, erano chiamati a rispondere di tentata estorsione aggravata dall’uso delle armi ma soprattutto aggravata dal metodo mafioso, ai danni di un imprenditore edile di Solarino. I difensori degli imputati, Campisi, Vaccarisi e Curcuraci, si sono riservati di impugnare la sentenza della Corte di Appello, non appena si conoscerà e verrà valuta la motivazione della stessa sentenza, che verrà deposita entro 90 giorni.
Antonio Dell’Albani
(nella foto Giuseppe Capozio e Paolo Zuppardo)