Cassazione: il verdetto di Strasburgo su Contrada non valido per altri casi
E' una barriera quella che la Cassazione innalza contro i giudici di Strasburgo, a breve distanza dai loro strali contro l'ergastolo ostativo, e lo fa a difesa delle condanne per concorso esterno in associazione mafiosa. Quelle che colpiscono i 'colletti bianchi', politici, pubblici funzionari, professionisti, la 'zona grigia' che aiuta i clan e i loro affari. A tirare su la muraglia sono le Sezioni Unite della Suprema Corte. Hanno escluso che il verdetto della Corte europea dei diritti dell'uomo del 2015 sul caso di Bruno Contrada, l'ex numero due del Sisde accusato di aiutare i mafiosi a scappare dalle retate e condannato a dieci anni di carcere, si applichi anche agli altri casi di concorso esterno per fatti commessi prima dell'ottobre 1994 - come il procedimento per Marcello Dell'Utri - quando la tipologia del reato è stata 'codificata'. Lo hanno deciso le Sezioni Unite della Cassazione negando che i condannati per concorso esterno, "fratelli minori" dell'ex 007, possano ottenere la revisione usando il verdetto Cedu. Secondo gli 'ermellini', quella ottenuta da Contrada, all'eurocorte, non è una "sentenza pilota" e non è "espressione di una consolidata giurisprudenza europea". "Rispettiamo la decisione della Suprema Corte, ma riteniamo che essa violi il più elementare diritto dei cittadini, quello all'uguaglianza e alla parità di trattamento: questioni identiche, infatti, sono state decise dal giudice italiano in maniera differente. La questione della natura consolidata della giurisprudenza europea è stata ormai superata sia dalla nostra Corte Costituzionale, sia dalla Corte Europea in più pronunce", ha commentato Stefano Giordano, legale di Contrada e di altri imputati per concorso esterno. Tra loro c'è Stefano Genco condannato a quattro anni di reclusione dalla Corte di Assise di Palermo il 15 febbraio 1999, sentenza irrevocabile dal 13 giugno 2000. Nel suo caso la Corte di Appello di Caltanissetta aveva negato la richiesta di revisione avanzata da Giordano sulla base del verdetto Cedu ottenuto per Contrada. Contro il 'no' alla riapertura del processo che avrebbe potuto cancellare la condanna di Genco - come avvenuto per Contrada - perchè i fatti contestati sono precedenti all'ottobre del 1994, la difesa si è appellata alla Cassazione che per il contrasto tra sentenze discordi ha passato la palla alle Sezioni Unite. Al quesito sulla estensibilità dei principi affermati da Strasburgo nel caso 'Contrada contro Italia', agli altri condannati per concorso esterno, gli 'ermellini' hanno risposto picche trovando la strada per 'disattendere' Strasburgo. Nell'ordinanza di rimessione alle Sezioni Unite, la Sesta sezione penale sottolineava che la "dottrina" ritiene che il verdetto Cedu su Contrada abbia "irrigidito" i criteri di valutazione del concorso esterno. Mentre sarebbe meglio lasciare ai giudici italiani "un margine di apprezzamento per valutare come applicare 'erga alios' la nozione di prevedibilità della legge penale" - tutto il problema nasce dal fatto che il concorso esterno è stato normato nell'ottobre 1994, ma anche prima il reato era comunque previsto - e "legittimando il ricorso a soluzioni individuali, caso per caso".