Due giorni prima erano stati vicini al Bataclan
Imprenditore di Solarino racconta l'inferno di Parigi: "Accompagnavo 32 studenti, il cambio programma ci ha salvati"
Hanno evitato di ritrovarsi nell’inferno di Parigi del 17 novembre scorso solo per puro caso. E’ un gruppo di 32 studenti dell’Istituto Poelio di Foggia, tutti tra i 17 e i 18 anni, che si trovavano nella capitale francese per uno stage lavorativo. Con loro, oltre a tre insegnanti, c’era anche il responsabile dell’Agenzia "Vema Tour" di Floridia che ha organizzato il viaggio e la permanenza a Parigi. Seby Di Mauro, imprenditore nel settore turistico- alberghiero di Solarino. E’ proprio lui che racconta, ancora incredulo, la serata degli attentati a Parigi. Una serata di grande paura non solo per gli studenti, ma anche per le loro famiglie che da casa seguivano con ansia l’evolversi della situazione. “ Quella sera – ricorda – all’ultimo minuto abbiamo cambiato programma: avremmo dovuto andare in un locale dove c’era musica dal vivo, così come avevamo fatto due sere prima in un ritrovo a circa 300 metri dal Bataclan, e invece, abbiamo deciso di fare un giro turistico notturno di Parigi, in pullman. Intorno alle 21,30 ci siamo resi conto che doveva essere successo qualcosa – continua - perché abbiamo notato un intenso andirivieni di ambulanze e polizia. Solo dopo le 22 ho ricevuto il primo messaggio dall’Italia che mi informava dell’accaduto. Poco dopo anche i ragazzi sono stati contattati dalle famiglie”. Da quel momento tutto è cambiato: “Motivi di sicurezza ci hanno imposto di alloggiare in albergo i ragazzi, che fino a quel momento erano stati presso famiglie francesi; la formazione pratica in azienda è stata sostituita da formazione in aula e per i trasferimenti sono stati usati mezzi di trasporto privati”. Ciò che più colpisce è il racconto del day after, quando Di Mauro è andato a vedere con i propri occhi i luoghi degli attentati: “ Parigi, sia il sabato che la domenica, è stata insolitamente deserta, e ovunque si respirava, si toccava con mano una grande tensione, una grande paura. Quando sono arrivato nel luogo in cui c’era stato solo pochi minuti prima l’allarme petardi – racconta ripercorrendo nella memoria quanto vissuto – c’era gente che scappava via letteralmente terrorizzata”. Fuggivano via non sapevano neanche loro da cosa per mettersi al sicuro in una città che, ai loro occhi, non era più sicura.” Ovunque strade chiuse – continua Di Mauro – locali evacuati all’improvviso, gente barricata in casa, impaurita, sospettosa, smarrita”. Una città violata, ferita con la Tour Eiffel, simbolo della “grandeur” francese, off limits per tutti per 4 lunghissimi giorni, i giorni della grande paura.