Comcorso esterno in mafia
Catania, il Gup dispone "non luogo a procedere" per l'editore Mario Ciancio
Il fatto non è previsto come reato e il Gup di Catania, Gaetana Bernabò Distefano, ha disposto il non luogo a procedere per l'editore e direttore del quotidiano "La Sicilia", Mario Ciancio Sanfilippo, nell'inchiesta in cui era imputato per concorso esterno in associazione mafiosa.
Per il gup non c'erano elementi necessari a istruire un processo. La motivazione della sentenza sarà depositata entro 90 giorni. L'udienza era stata caratterizzata dagli interventi dei legali della difesa, gli avvocati Carmelo Peluso, del foro di Catania, e Francesco Colotti, dello studio di Giulia Bongiorno.
In precedenza la procura di Catania aveva chiesto l'archiviazione del fascicolo, ma il gip Luigi Barone in udienza camerale aveva sollecitato nuove indagini.
I pm avevano quindi presentato la richiesta di rinvio a giudizio e nell'avviso di conclusione delle indagini la procura di Catania sottolineava che "la contestazione si fonda sulla ricostruzione di una serie di vicende che iniziano negli anni '70 e si protraggono nel tempo fino ad anni recenti" e "riguardano partecipazione ad iniziative imprenditoriali nelle quali risultano coinvolti forti interessi riconducibili all'organizzazione Cosa Nostra" e in particolare a un centro commerciale.
Nel procedimento si erano costituiti come parte civile l'Ordine dei giornalisti di Sicilia, con l'avvocato Dario Pastore, i due fratelli del commissario della polizia di Stato Beppe Montana, ucciso dalla mafia, Dario e Gerlando, con il penalista Goffredo D'Antona, e Sos Impresa, associazione antiracket di Confesercenti, con il legale Fausto Maria Amato.