Venne ucciso dalla mafia 32 anni fa
Catania, corona d'alloro sulla lapide per ricordare Pippo Fava
L'assessore alla Legalità del Comune di Catania Rosario D'Agata, in rappresentanza del sindaco Enzo Bianco, ha deposto una corona d'alloro in memoria di Giuseppe Fava davanti alla lapide della strada intitolata al giornalista ucciso dalla mafia trentadue anni fa. Oltre che da D'Agata, il quale indossava la fascia tricolore, l'Amministrazione era rappresentata anche dall' assessore alla Cultura Orazio Licandro. Presenti alla cerimonia la vicepresidente della Fondazione Fava Resì Ciancio, la nipote del giornalista, Francesca Andreozzi, il segretario provinciale dell'Assostampa Daniele Lo Porto e Andrea Tuttoilmondo, presidente regionale dell'Unione cronisti.
"Il Comune di Catania - ha detto D'Agata - come ogni anno rende omaggio a un uomo che ha fatto della sua vita un impegno per la legalità e contro la mafia. Il Comune è impegnato, durante questa Amministrazione, per fare in modo che la governance sia fedele ai canoni della legalità e della lotta alla mafia. Per questo abbiamo aderito all'associazione Avviso pubblico, per questo abbiamo scelto anche noi di dedicare la giornata del 21 marzo al ricordo di tutte le vittime della mafia. E per questo la prassi amministrativa è improntata alla massima trasparenza, alla legalità e all'impegno antimafioso dimostrato anche dalla decisione di costituirsi parte civile nei processi di mafia".
"La guerra contro le mafie - ha aggiunto Licandro - si vince sul versante della formazione, dell'istruzione, della cultura. Fava non era semplicemente un giornalista, ma uno scrittore e un autore teatrale, che fu capace anche attraverso questi strumenti di aprire gli occhi alla città. Quello di oggi è, ancora una volta, non una commemorazione ma la riaffermazione della necessità di raccogliere tutti insieme l'eredità di Giuseppe Fava ricordando il sacrificio di una vita dedicata a denunciare i poteri criminali, gli intrecci tra politica e mafia, la riaffermazione di quel principio cardine della convivenza civile che è la legalità".