Rompe il silenzio la vedova di Salvo Failla ucciso in Libia
Carlentini, "alle condoglianze avrei voluto mio marito vivo"
"Sono felice per Filippo e Gino che sono rientrati a casa a riabbracciare i loro cari. Noi questa fortuna non l'abbiamo avuta. Mi fa stare male però che la liberazione sia avvenuta a 24 ore di distanza". Così dalla sua abitazione di via Pacini a Carlentini, Rosalba Castro, la moglie di Salvatore Failla, uno dei due tecnici della Bonatti di Parma, rapiti nel luglio scorso a Mellitah e uccisi quattro giorni fa a Sabratha, ad ovest di Tripoli. La donna, intervistata da Isabella Romano, inviata di Rainews 24, ha pure detto di non gradire le condoglianze del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, avrebbe voluto, piuttosto che lo Stato le avesse portato il marito a casa.
Ancora non si sanno i tempi per il rientro della salma, la vedova di Carlentini ribadisce la sua richiesta di verità e sottolinea anche che l'autopsia fatta in Libia non ha valore e può essere falsificata. "E' una cosa orrenda, così me lo ammazzano per una seconda volta".
«In questi mesi le Istituzioni ci sono state vicine, alcune persone del ministero degli esteri ci hanno supportato giorno e notte», dice. «Grazie a loro - aggiunge - io sono qui a parlare. Non si sa niente perchè ancora si deve capire ciò che è successo. Queste spiegazioni dovrebbero arrivare, le hanno promesse. Me le devono. A Salvo lo devono», conclude, riferendosi al marito.