La vittima è Paolo Borrometi
Minacce a giornalista, domani a Catania si apre il processo a boss di Vittoria
"Ti scippu a testa, d'ora in avanti saro' il tuo peggiore incubo e poi ci incontreremo nell'aldila'. Ci vediamo anche negli uffici della Polizia, tanto la testa te la scippu u stissu". Sono solo alcune delle minacce di morte subite dal giornalista dell'Agi Paolo Borrometi che, con l'aggravante del metodo mafioso, saranno contestate domani nel processo che inizia a Catania a carico di Gianbattista Ventura, considerato il reggente del clan "Carbonaro-Dominante" di Vittoria (Ragusa). Gianbattista Ventura e' gia' stato condannato per reati gravissimi come omicidio, concorso in omicidio ed estorsioni ed e' detenuto proprio per le minacce a Borrometi. Ventura, si apprende dal comunicato stampa della Polizia di Ragusa, per sua stessa ammissione "non accettava che il giornalista parlasse di lui e della sua famiglia, doveva solo stare zitto senza permettersi di parlare di cio' che lo riguardava". E' iniziata cosi' una lunga sequenza di minacce di morte: "Tu ci morirai con il gas, ti daremo in bocca cio' che meriti, durerai poco cesso di merda. Ti verremo a prendere ovunque". L'accusa, sostenuta dal sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, Valentina Sincero, si basa anche sulle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Fra questi il genero di Gianbattista Ventura, Rosario Avila, che ha affermato che Ventura quando leggeva gli articoli di Borrometi "diventava un pazzo, un criminale diventava, gli uscivano gli occhi di fuori". Al processo hanno annunciato la costituzione di parte civile la Federazione Nazionale della Stampa, l'Ordine dei Giornalisti, l'Ordine dei Giornalisti della Sicilia e il comune di Vittoria.