L'omicidio il 2 febbraio scorso
L'agricoltore ucciso a Vittoria, chiesta alla Procura generale di Catania di avocare l'inchiesta
La Procura generale di Catania avochi a sé l'inchiesta sulla morte dell'agricoltore Giuseppe Dezio assassinato nelle campagne di Vittoria il 2 febbraio scorso. Lo chiede l'avvocato Giuseppe Lipera, legale dei quattro indagati per l'omicidio, avvenuto per contrasti tra vicini, che sono detenuti da otto mesi circa: i fratelli Antonino, Alessandro e Marco Pepi, che si proclamano innocenti, e il loro padre Gaetano, reo confesso, ma che invoca la legittima difesa. Per il legale nella conduzione dell'inchiesta sarebbe "abnorme il numero di errori commessi" che "sta avendo delle gravissime conseguenze quattro incensurati: tre innocentissimi e uno che ha agito per la legittima difesa". "Una consulenza tecnica dei carabinieri del Ris - ribadisce il penalista - ha accertato che sui vestiti indossati dai tre fratelli non ci sono tracce del sangue della vittima, mentre c'erano su quelli del padre. Questo non fa che confermare la tesi di Gaetano Pepi: non c'è stato alcun omicidio di gruppo, ma ha agito da solo. Abbiamo presentato al Gip di Ragusa un'istanza di scarcerazione dei tre fratelli, ma è stata rigettata. Così come quella per Gaetano Pepi. Motivato anche col presunto pericolo di una faida tra le famiglie Pepi e Dezio, per la vicinanza di serre e rispettive residenze. Avevamo trovato casa vicino a Ragusa, ma è stata ritenuta troppo vicina...". "All'esito della consulenza Ris la tesi accusatoria è totalmente e definitivamente naufragata, ma - sostiene l'avvocato Lipera - la Procura di Ragusa si ostina a negare l'evidenza. E' assolutamente necessario che la Procura Generale di Catania avochi a sé le indagini per porre fine a questa tremenda ingiustizia, definibile tale soprattutto alla luce dell'inequivocabile dato scientifico".