Siracusa, parlano due pentiti e scatta il blitz "Borgata": 8 in carcere e una donna ai domiciliari per mafia
Sono finiti in carcere grazie alla collaborazione di due pentiti. Sono state fondamentali le loro dichiarazioni per sgominare la cosca mafiosa della "Borgata" di Siracusa, che taglieggiava i commercianti non soltanto del rione, ma quelli di un'area di loro "pertinenza". Così questa mattina poco prima dell'alba, la squadra mobile del capoluogo, ha prelevato otto tra capi e gregari del clan, portandoli in cella, mentre a una donna che faceva la "postina" il gip le ha concesso gli arresti in casa. Clan mafioso sgominato a Siracusa. L'operazione, che porta il nome del clan, è stata coordinata dai magistrati della Dda di Catania. Gli indagati sono accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata all'estorsione. Secondo le accuse del pm, i componenti della gang mafiosa legata al clan Bottaro-Attanasio di Siracusa, avrebbero imposto il pizzo ai commercianti della zona. E' quanto hanno scoperto i poliziotti che questa mattina hanno bussato alle porte dei destinatari degli ordini di carcerazione. I proventi del racket erano finalizzati all'acquisto di partite di droga per la loro vendita al dettaglio ed al pagamento degli stipendi alle famiglie delle persone detenute. Il gruppo della Borgata, secondo l'accusa, sarebbe stato gestito da Vincenzo Scalzo insieme a Massimo Schiavone, mentre Rita Attardo, sarebbe stata la "postina" della cosca, portando messaggi dei suoi figli in cella, dal carcere, agli affiliati. Le indagini, come spiegato dal questore di Siracusa Mario Caggegi, sono state portate a termine senza le denunce delle vittime. I commercianti per paura di ritorsioni, pagavano il "pizzo" in silenzio. Nel Blitz di questa mattina sono finiti in carcere Danilo Greco, 30 anni; Vincenzo Scalzo, 31 anni; Massimo Schiavone, 42 anni; Massimiliano Fazio, 32 anni; Attilio Scattamagna, 32 anni; Salvatore Tartaglia, 29 anni; Massimo Guarino, 31 anni; Sebastiano Barbiera, 50 anni. Ai domiciliari Rita Attardo, 50 anni. Determinanti sono state ai fini delle indagini le dichiarazioni di un pentito Giuseppe Curcio che nel 2009 era il capo del clan Borgata, nonchè dei collaboratori di giustizia Carmela Sciuto e Luca Sipala. L'attività investigativa ha disvelato peraltro l'evoluzione del gruppo della "Borgata", che nel corso degli anni si era affrancato dal clan mafioso Bottaro-Attanasio ed aveva iniziato ad operare in piena autonomia.
Nel corso delle indagini sono emersi diversi episodi estorsivi, molti dei quali non denunciati dalle vittime, contestati a Scalzo, Fazio, Greco e Tartaglia.