Catania, uccise due rapinatori e ferì un terzo: " E' sano di mente"
"E' una persona sana di mente", ma "non sono in grado di escludere che nel momento in cui sparava fosse sotto un forte stato di preoccupazione e di ansia per la moglie" che aveva visto a terra con la pistola puntata alla testa. E' l'analisi del professore Aguglia, resa davanti al Gup Fabio Di Giacomo Barbagallo, nell'udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio, avanzata dalla Procura di Catania, per il gioielliere di Nicolosi, Guido Gianni, di 57 anni, che il 18 febbraio del 2008 uccise due rapinatori e ferì un terzo che avevano assaltato il suo negozio minacciando di uccidere la moglie con una pistola poi risultata a salve e senza il tappo rosso. Il Giudice delle indagini preliminari aveva ammesso la richiesta del legale del gioielliere, l'avvocato Orazio Gulisano, di perizia psichiatrica sull'imputato per stabilire se nel momento in cui ha esploso i colpi di arma da fuoco fosse in grado di intendere e volere o se la sua mete fosse stata "offuscata" dall'aggressione alla moglie. L'udienza è stata aggiornata al prossimo 5 aprile per l'intervento della difesa. Dalla ricostruzione dei periti medico legale e balistici agli atti dell'inchiesta della Procura di Catania, che ha chiesto il rinvio a giudizio del gioielliere per per duplice omicidio e tentativo di omicidio, l'uomo dopo avere ingaggiato una colluttazione con i banditi li avrebbe feriti, ma i colpi mortali sarebbero stati esplosi mentre fuggivano e i tre sarebbero stati centrati alle spalle. Nel procedimento i familiari delle due persone uccise, Davide Laudani e Sebastiano Catania, e il ferito, Fabio Pappalardo, entrati nell'inchiesta come parti lese, si sono costituiti parte civile.