Taranto, mafia e appalti: l'allarme della Cassa Edile e della Dia
La Cassa Edile di Taranto, ente paritetico che vede insieme imprese del settore e sindacati di categoria, condivide l'allarme lanciato dalla Direzione distrettuale antimafia (Dia) circa la possibile attenzione delle organizzazioni criminali verso i grandi appalti previsti nell'area di Taranto.
"Siamo in presenza di una stagione per i grandi lavori che riguardano Taranto - afferma il presidente della Cassa Edile di Taranto, Antonio Marinaro, gia' presidente degli imprenditori delle costruzioni di Taranto - il porto, le bonifiche, gli interventi previsti dal Contratto Istituzionale di sviluppo, l'ambientalizzazione e a breve, si spera, anche il piano di intervento che dovra' riguardare la riqualificazione della citta' vecchia. Nonostante tutto cio' - rileva Marinaro - in Cassa Edile nell'ultimo anno abbiamo registrato ulteriori decrementi. Delle 1316 aziende che avevamo nel 2008/2009 siamo passati alle appena 731 ancora attive nel 2016. Un calo consistente che riguarda ovviamente anche la massa salari (oltre 62milioni di euro nel 2008/2009 ai circa 35milioni dell'anno appena concluso) e la stessa forza lavoro (nel 2008 i lavoratori erano 7541 a fronte degli attuali 3560)"
"La nostra preoccupazione - prosegue Marinaro - e' che l'economia legale, quella che produce Pil territoriale, che e' in grado di creare buona occupazione e vero sviluppo finisca per essere schiacciata da quella illegale, che si muove nell'ombra, e che secondo la Dia avrebbe gia' puntato l'attenzione sui grandi appalti previsti per Taranto". "La Cassa Edile, dunque richiama l'attenzione sul fenomeno amplificando" aggiunge Marinaro sottolineando che "le imprese locali rischiano di rimanere fuori da questa spinta verso lo sviluppo perdendo l'occasione di rapporti economici dignitosi, di consolidamento del loro patrimonio industriale e di trasmissione del know-how, penalita' che ricadrebbero anche sulla forza lavoro territoriale".