L'ex sindaca di Lampedusa: "La sconfitta? L'avevo messa in conto"
"Ho preso abbastanza bene la sconfitta, ma devo dire che l'avevo pure messa in conto. Ho un bagaglio di cose fatte e visibili e avrei volentieri proseguito questo lavoro. Forse ho sbagliato a candidarmi ma non ritengo di aver commesso errori come sindaco. Tutti sanno che Lampedusa, prima della mia elezione nel 2011, è stata un carcere a cielo aperto con i tunisini abbandonati per strada, e non sistemati nel centro di accoglienza, con un crollo del turismo e con i cittadini dell'isola che hanno avuto paura per la loro sopravvivenza". Lo ha detto l'ex sindaco Pd di Lampedusa Giusi Nicolini a 'In mezz'ora' di Lucia Annunziata su Rai3.
"Noi abbiamo fatto subito un grande lavoro, mentre si sono alternati tre governi (Monti, Letta e Renzi), all'inizio anche in solitudine. Con me sindaco, Lampedusa ha avuto il primo dissalatore, la prima biblioteca, il primo museo, il primo depuratore. La mia vicenda personale mi fa pensare che spesso non è l'immigrazione il principale problema dei Paesi. Ma è un tema facile da utilizzare e strumentalizzare per coprire il resto". Per l'ex sindaca, "oggi Lampedusa e' un modello da seguire come esempio di superamento delle logiche emergenziali e dell'organizzazione dei servizi. Sono stata dipinta durante la campagna elettorale come una ladra di medaglie - ha aggiunto la Nicolini - ma io sono stato la sindaca che ha fatto crescere l'isola. Ho perso io ma non sono state sconfitte le cose che ho fatto. Ora dovrei sentirmi responsabile in caso di eventuale sconfitta del Pd in Sicilia? Cosa c'entro? In Sicilia i Cinque Stelle si sono rivelati una forza, che il Pd potrebbe sfidare se riuscisse a trovare un buon candidato e a realizzare un'alleanza anche con tutta quella parte bella sana che e' rimasta fuori dell'Isola".