Naufragio con 26 migranti morti: no del Gip di Roma all'archiviazione
Non sara' archiviata l'indagine della Procura di Roma su eventuali responsabilita' nell'affondamento di un barcone di migranti siriani avvenuto l'11 ottobre del 2013 in acque maltesi, a poca distanza da Lampedusa, con oltre 200 sopravvissuti, 26 morti e una stima di 260 dispersi. Lo ha deciso, sciogliendo la riserva, il gip Giovanni Giorgianni che ha respinto la richiesta di archiviazione sollecitando nuove indagini. Gli accertamenti della Procura riguardavano quattro ufficiali della Marina Militare italiana e tre della Guardia Costiera.
Nell'archiviare le posizioni dell'ammiraglio della Marina Filippo Maria Foffi, e degli ufficiali Nicola Giannotta, Clarissa Torturro e Antonio Miniero, da scagionare per il ruolo di subordinati o perche' estranei ai fatti, il giudice ha ordinato alla Procura di formulare l'imputazione coatta per i reati di rifiuto di atti d'ufficio e omicidio colposo nei confronti di Leopoldo Manna, comandante responsabile della sala operativa della Guardia Costiene, e di Luca Licciardi, comandante della sala operativa della squadra navale della Marina. E di disporre sei mesi di nuove indagini a carico di Katia Pellegrino, comandande della nave Libra, che quel giorno era la piu' vicina al luogo del naufragio. Il compito della Procura, in particolare, sara' quello di verificare se e' vero o no che, come hanno riferito il pilota e il copilota dell'aereo maltese che passo' sopra l'imbarcazione dei migranti, la Pellegrino ricevette alcune chiamate di intervento senza mai rispondere. Circostanza che il comandante ha negato con forza. Licciardi, secondo il giudice, il cui provvedimento e' di 27 pagine, e' da considerare responsabile per aver imposto di fatto il non intervento della Libra, perche' Malta nel frattempo aveva assunto il comando delle operazioni di soccorso, e poi di aver preso tempo quando sempre Malta aveva fatto sapere di non essere piu' in grado di intervenire. Manna, invece, secondo la ricostruzione del giudice, e' colui che alle 13.18 di quel giorno ricevette la telefonata dei migranti, che indirizzo' verso le autorita' maltesi, e che non emise alcun ordine di intervento dopo l'espressa richiesta della presenza della nave italiana. Fino alle 16.20 le autorita' italiane - ha spiegato il gip, recependo l'impostazione della Procura - ha fatto tutto quello che era in suo potere; successivamente, pero', e' stato ritardato l'intervento davanti a una situazione di conclamata emergenza perdendo quei 40 minuti risultati esiziali per l'esito. "Prendiamo atto della decisione del gip - ha commentato l'avvocato Luca Ciaglia - e siamo certi di poter provare la mancanza di responsabilita' di Leopoldo Manna in questa vicenda e piu' in generale la mancanza di responsabilita' delle autorita' italiane".