Molestie in Usa, 9 americani su 10: tolleranza zero
L'imponente valanga degli scandali a sfondo sessuale che ha travolto produttori, attori, politici e giornalisti, sta lasciando un segno profondo nella societa' americana. Il merito e' anche del movimento #MeToo che ha coinvolto migliaia di donne valicando anche i confini della nazione. Oggi 9 cittadini su 10 sostengono che l'unico modo di cambiare la societa' sia quello di attuare una politica di tolleranza zero nei confronti delle molestie sessuali. Ad interrogare gli americani e' Npr, la radio del servizio pubblico, che con l'istituto statistico Ipsos ha cercato di capire in che direzione stia andando l'opinione pubblica. Ne emerge un quadro dai tratti piuttosto interessanti. Nonostante in questa fase le differenze tra l'America democratica e quella repubblicana siano piu' profonde, su questa specifica questione le posizioni sono vicine. Pur con certi distinguo, due terzi dei repubblicani e tre quarti dei democratici concordano sul fatto che quasi ogni donna potrebbe aver subito una forma di molestia almeno una volta nella vita. Un segno dei tempi che testimonia quanto l'onda di #MeToo, stia profondamente incidendo nella societa'. Restano pero' dei punti di sostanziale divisione. Un esempio e' dato dalla convinzione del 35% dei repubblicani che quasi tutti i casi di molestie potrebbero essere frenati se la donna dicesse semplicemente all'uomo di fermarsi; convinzione questa solo del 20% dei democratici. Ad essere piu' consapevoli sono le donne progressiste: circa la meta' delle democratiche dichiara di parlare "molto o abbastanza" di questi temi con amiche e familiari, mentre lo fa solo un terzo di uomini e donne repubblicani, e uomini democratici. Ad unire e' il beneficio del dubbio che per l'80% di repubblicani, democratici e indipendenti dovrebbe essere garantito agli accusati come agli accusatori. Il solco tra fazioni diventa piu' profondo quando al centro delle vicende finiscono figure di primo piano, come i casi piu' recenti del candidato senatore ultraconservatore sconfitto in Alabama, Roy Moore, o dello stesso presidente Donald Trump oppure dall'altro lato della barricata quelli del senatore del Minnesota Al Franken o negli anni passati dell'ex presidente Bill Clinton. I repubblicani, infatti, credono meno alle accuse quando esse coinvolgono la prima fila del proprio partito.