Siracusa, il "mondo di Amara e Calafiore": sentenze pilotate per i loro clienti
Era stata la parlamentare del Pd, Sofia Amoddio a chiedere l'ispezione del Ministero della Giustizia a Palazzo di Giustizia di Siracusa, per quello che sarebbe stato il "mondo di Amara e Calafiore" i due avvocati, uno di Augusta e l'altro di Siracusa, finiti nell'inchiesta della Guardia di finanza di Messina e Siracusa, che ha portato all'arresto di 15 persone, compreso l'ex Pm, Giancarlo Longo.
"Il giro di malaffare di personaggi siracusani messo in luce dagli arresti avvenuti ieri mattina era stato oggetto, in tempi non sospetti, di alcune interrogazioni che ho presentato insieme al capogruppo dem in commissione Giustizia, Walter Verini, e al responsabile Giustizia del Partito Democratico, David Ermini. Abbiamo voluto portare l'attenzione del ministro della Giustizia e del ministro dell'Ambiente su quanto stava accadendo a Siracusa, Augusta e Melilli. Confidiamo che la magistratura faccia piena luce su questi fatti che, se confermati, sono di una gravità assoluta". Lo dice Sofia Amoddio deputata del Pd in commissione Giustizia. "Secondo l'accusa - prosegue Amoddio – gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore avrebbero cercato di pilotare pronunciamenti di Tribunali a favore dei propri clienti per svariate centinaia di milioni di euro. L'attività criminale si sarebbe svolta anche tramite la realizzazione di dossier e depistaggi. Il coinvolgimento dell'ex presidente del Consiglio di Stato, Riccardo Virgilio, che all'interno di questa inchiesta è stato indagato per corruzione in atti giudiziari, dà la misura dell'estensione e del livello a cui era arrivata la rete criminale messa in piedi da costoro. Dobbiamo tenere sempre alto il livello di guardia per stroncare prontamente attività corruttive e criminali, come quelle emerse dagli arresti di oggi, che ledono la fiducia degli italiani nelle istituzioni, colpiscono i cittadini onesti e delegittimano a livello internazionale l'Italia".
"Oggi, le indagini delle procure di Messina e Roma hanno portato a pronunciare delle accuse gravissime: si parla di un’associazione a delinquere che per anni avrebbe condizionato una parte della Procura di Siracusa ottenendo favori per i propri clienti a discapito della collettività e dei cittadini comuni”. “I capi d’accusa vanno dalla corruzione in atti giudiziari al falso ideologico; dall’associazione a delinquere alla concussione; dalla truffa alla rivelazione di segreto d’ufficio; dalla consulenza infedele alla simulazione di reato; fino alle minacce a pubblico ufficiale”. “La mia interrogazione – prosegue Sofia Amoddio - scatenò un vespaio di polemiche ad opera di certi discutibili personaggi politici siracusani che fino a ieri difendevano a spada tratta questo “Sistema Siracusa” e che oggi, mi auguro, abbiano la dignità di tacere”. “Un ultimo pensiero – conclude la deputata PD - va ai magistrati, ai giornalisti ed ai politici e amministratori che in questi anni non si sono lasciati intimorire e che hanno continuato a raccontare, studiare, denunciare e svolgere il proprio lavoro per fare emergere il vero “Sistema Siracusa”, che finalmente potrà essere giudicato dalla giustizia italiana.
Il sindaco, Giancarlo Garozzo, terrà sabato prossimo (10 febbraio) alle 10, nella sala “Archimede” di piazza Minerva 5, una conferenza stampa sul tema “Sistema Siracusa e colletti bianchi”. Il sindaco parlerà della cosiddetta vicenda “Open Land” e sulle conseguenze che si sono riverberate sul Comune.
“Ho atteso ventiquattr'ore prima di intervenire sugli arresti eccellenti di ieri – afferma il sindaco Garozzo – perché volevo capire quale sarebbe stata la reazione della Politica e, come pensavo, c'è stato un silenzio quasi totale. La ragione è molto semplice: i politici che possono permettersi di intervenire su questa vicenda sono davvero molto pochi. È un fatto che Giancarlo Longo è stato il pubblico ministero che con maggiore impegno si è occupato del Comune. Sabato spiegherò il perché”.
(Nella foto l'avvocato Giuseppe Calafiore e l'ex Pm di Siracusa, Giancarlo Longo)