Corruzione, il sindaco di Acireale arrestato respinge le accuse: "Mi dimetto"
Lascia la carica di sindaco Roberto Barbagallo, il primo cittadino di Acireale arrestato venerdi' scorso nell'ambito dell'operazione "Sibilla". Ad anticipare questa decisione e' stato il legale del primo cittadino. L'inchiesta avrebbe disvelato un ampio quadro di corruzione. L'amministratore ha respinto le accuse, ma la situazione resta complessa. Stamattina nel carcere di piazza Lanza l'interrogatorio di garanzia dinanzi al giudice delle indagini preliminari Giovanni Cariolo e al Pm Fabio Regolo. Per due ore Barbagallo ha risposto alle contestazioni del Gip proponendo una sua versione dei fatti, opposta a quella contenuta nell'ordinanza di custodia cautelare secondo cui il sindaco avrebbe inviato un vigile urbano del Comune per contestare a degli ambulanti delle infrazioni, farli spaventare affinche' questi ultimi si rivolgessero a lui che, in cambio di voti per il suo referente politico Nicola D'Agostino, avrebbe chiuso un occhio. E' stato il suo legale l'avvocato Enzo Mellia a riservarsi di fare ricorso al Tribunale della liberta' per chiedere la scarcerazione dell'ingegnere. In mattina un altro degli indagati Salvo Di Stefano, capo della protezione civile di Acireale, si e' avvalso della facolta' di non rispondere. Sono stati sentiti dal Gip pure altri tre indagati finiti in manette: Salvatore Leonardi (consulente della San Sebastiano srl), Giovanni Barbagallo (direttore dell'area tecnica di Acireale) e Anna Maria Sapienza (consulente del Coni).