Pachino, fuori dal Consorzio Igp: niente mafia ma solo morosità
“La Fenice Srl”, azienda di prodotti agricoli di Pachino in odore di mafia, è stata espulsa dal Consorzio Igp, non per mafia, ma per morosità. La società non avrebbe pagato da tre anni le quote associative. La "Fenice" era balzata agli onori della cronaca per u' inchiesta giornalistica di Paolo Borrometi, direttore del giornale on line "La Spia". L’“Azienda Fenice società agricola Srl”, fu creata nel settembre del 2013, appena pochi mesi dopo l’uscita dal carcere del capomafia di Pachino, Salvatore Giuliano. Il presunto boss, insieme al figlio Gabriele (socio della società che faceva parte del Consorzio Igp), è sotto processo con il padre per minacce di morte, tentata violenza privata aggravata dal metodo mafioso (indagine dei carabinieri di Siracusa, per delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania). Giuliano è pure imputato con il figlio Gabriele e l’ex sindaco di Pachino, Paolo Bonaiuto e due consiglieri comunali in carica (Salvatore Spataro e Massimo Agricola), del reato di concussione in concorso. Giuliano, Bonaiuto ed i due consiglieri, insieme ad altre cinque persone, avrebbero, costretto il titolare di una ditta a pagare una tangente di 10mila euro per un evento comunale nell’ambito del cartellone di appuntamenti “estate pachinese”. Tutto emerso dall'indagine della polizia, "maschere nude".