Siracusa, rimossa tabella storica del "Don Camillo": Comitato non ci sta
Intervento del comitato “Ortigia Sostenibile” sulla rimozione dell’insegna di uno storico ristorante del centro storico di Siracusa. “Basta lo spunto di una garbata protesta contro una sanzione che costringe Giovanni Guarneri, chef del ristorante “Don Camillo”, alla rimozione dell’antica tabella artigianale realizzata 33 anni fa su legno e dipinta a mano, per riportare a galla le innumerevoli incongruenze di un centro storico – e non solo – dove proprio in materia di insegne e cartellonistica il cattivo gusto ( sedie, sanitari, scale…) se non addirittura l’osceno ( ma chi ci “ka..lkola”?), fanno da padrone. E ancora una volta il comitato tira le somme di una stagione – quella invernale ormai conclusa – per constatare quanto poco sia cambiato il panorama cittadino in materia di abusi, non osservanza delle regole, mancati controlli, tavolini e concerti all’aperto fuori da ogni limite sulle emissioni sonore. “Turismo sostenibile” è sempre stata la parola d’ordine del comitato, e alle porte della prossima stagione estiva, ci chiediamo dove siano finiti i progetti che l’Amministrazione comunale aveva in serbo per la città, a tutela non solo dei propri cittadini, ma dei numerosi viaggiatori che oltre ai doni offerti dalla natura – sole, mare, arte, cultura, storia millenaria – si aspettano pulizia, decoro, rispetto. Il Comitato Ortigia Sostenibile ha incontrato gli assessori al Centro storico, Politiche ambientali, Attività produttive, Mobilità; da ognuno di questi settori erano scaturite promesse di impegno. Una per tutte, il Piano di zonizzazione acustica che l’assessore Pier Paolo Coppa ha dato per “completo e pronto ad essere attuato entro il 31 dicembre 2017”. Dove e’ finito? Dall’assessore Silvia Spadaro, l’impegno all’obbligo di esporre i bollini di autorizzazione nei dehors – mai visti! – insieme a maggiori controlli su spazi di suolo pubblico ben superiori a quelli richiesti e ottenuti: regole e controlli che non hanno mai prevalso a fronte dell’ apertura di chioschi, pizzerie, pub anche in prossimità di MONUMENTI E CHIESE. Né mai la Sovrintendenza ha dato prova di attuare il Codice dei Beni culturali, la legge che all’articolo 52 stabilisce che i “Comuni, sentito il Soprintendente, individuano le aree pubbliche aventi valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico nelle quali vietare o sottoporre a condizioni particolari l’esercizio del commercio”. A tal proposito, è già in atto il montaggio di una delle più deturpanti strutture a mare, a ridosso della Fonte Aretusa: ogni anno con “migliorie” e avanzamenti. A completare il quadro di una città e in particolare di un centro storico, devastato da un traffico ormai indomabile, anche i segni evidenti di una raccolta “differenziata”, disorganizzata e approssimativa che ha ridotto le strade in discariche a cielo aperto. Su tutto questo. E su molto altro, continueremo a lavorare e a cercare risposte, da questa e da qualsiasi altra Amministrazione comunale”.
A. C.