Dal furto al tentato omicidio a Catania, sei arresti della polizia
Custodia cautelare in carcere per Angelo e Matteo Sciolino e Luciano Ricciardi, gia' detenuti, e l'obbligo di dimora per Federico Rosario Cristaldi, Salvatore Piero Azzia e Salvatore Giannavola: sono gli indagati di una banda di ladri che rubavano auto a Catania e le rivendevano nell'agrigentino. L'indagine e' stata avviata dopo l'attentato a colpi di pistola avvenuto in via Di Giacomo nel quartiere Castello Ursino a Catania 8 giugno del 2016, giorno durante il quale e' stato ferito Sebastiano Musumeci di 42 anni con tre colpi di pistola mentre in sella a uno scooter passava davanti casa di Angelo Sciolino. Le pistolettate ferirono alla coscia destra pure un quindicenne che era alla guida di quello scooter. Le indagini hanno fatto emergere la partecipazione di Sciolino: dinanzi la sua abitazione sono stati ritrovati i bossoli e una cartuccia inesplosa. Ulteriori indagini hanno portato alla luce che inequivocabilmente, l'autore dei fatti era proprio lui. Durante le indagini la polizia ha accertato che 23 settembre 2016, tre mesi dopo il primo agguato, il figlio minore di Sebastiano Musumeci ha tentato di uccidere Angelo Sciolino, raggiunto al viso, agli arti inferiori e a quelli superiori da cinque colpi di arma da fuoco mentre transitava a bordo del proprio scooter in piazza Federico di Svevia. Pochi minuti dopo l'agguato militari dell'Arma dei Carabinieri hanno fermato a poche centinaia di metri il figlio minorenne di Salvatore Musumeci, il quale, trovato in possesso di una pistola rubata, e' stato tratto in arresto in flagranza di reato. Angelo Sciolino era a capo di un gruppo criminale, di cui facevano parte il padre Matteo, e poi Luciano Ricciardi, Federico Rosario Cristaldi e Salvatore Piero Azzia, specializzato in furti e ricettazione di auto nell'area metropolitana catanese, che venivano rivendute nella zona dell'Agrigentino a Salvatore Giannavola. La banda di ladri aveva base logistica lo storico quartiere San Cristoforo, nel quale venivano nascoste le auto rubate prima di di essere rivendute.