Il Catania Calcio chiede al ministro di bloccare il campionato di serie B
Ordinare al Commissario della Figc, Roberto Fabbricini, di annullare o revocare immediatamente il comunicato con il quale il 13 agosto è arrivato il via libera alla serie B a 19 squadre per l'ormai imminente campionato di calcio. È la richiesta formale presentata dal Calcio Catania al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Ministro per lo Sport, Giancarlo Giorgetti. L'atto, firmato da presidente della società siciliana Davide Franco e dall'amministratore Pietro Lo Monaco, è stato redatto dall'avvocato Federico Tedeschini. Inizia così la battaglia legale del Calcio Catania contro la scelta di Lega B e Figc sul torneo a 19 squadre - anziché 22 - con estromissione dei club che avevano presentato domanda di ripescaggio.
Anche i tifosi-abbonati del Calcio Catania hanno iniziato oggi la loro battaglia giudiziaria contro il via libera alla Serie B di calcio 2018/2019 a 19 squadre. E lo hanno fatto con un ricorso al Tar del Lazio che, redatto dall'avvocato Federico Tedeschini, è stato notificato per chiedere la sospensione delle delibere con le quali il Commissario Straordinario della Figc ha deciso per un campionato a 19 squadre, nonché del calendario, ma anche per ordinare l'integrazione dell'organico con le tre squadre ripescate. I ricorrenti sono tifosi che hanno acquistato un abbonamento per assistere alle partite, facendo affidamento sulla circostanza che la loro squadra del cuore avrebbe disputato il campionato in serie B. Col ricorso si sostiene innanzitutto che la Federazione ha modificato l'organizzazione del campionato senza aver consultato tutte le componenti tecniche; cosa, questa, che "si traduce in un difetto di istruttoria sui presupposti del provvedimento". Altro motivo di ricorso si concentra sulla facoltà di introdurre modifiche nell'organizzazione dei campionati, riservata alla Federazione. Si sostiene che la stessa "è subordinata alla previsione di un tempo di adattamento necessario ad evitare il gravissimo pregiudizio discendente dal cambiamento del sistema" e nel caso specifico "è accaduto che il Commissario della Figc, in violazione di ogni prescrizione normativa, nonché in violazione di qualsiasi principio di affidamento e di imparzialità che presieda all'esercizio di una funzione a rilevanza pubblica, con le delibere impugnate ha adottato misure extra-ordinem che non trovano alcuna legittimazione normativa" costituendo "un chiaro esempio di esercizio scorretto della discrezionalità del Commissario Straordinario". La conclusione è che secondo i ricorrenti si è in presenza di "provvedimenti immotivati, adottati in carenza dei necessari presupposti di fatto e di diritto, affetti da eccesso di potere per contraddittorietà ed illogicità manifesta nonché per carenza di potere del Commissario Straordinario".