Periferie: Anci Sicilia, "Danno da mezzo miliardo, ricorso alla Consulta"
L'Anci Sicilia chiede al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, che la Regione siciliana impugni il decreto legge sul 'Bando Periferie', dinanzi alla Corte Costituzionale e offre il proprio supporto ai Comuni interessati nel proporre impugnativa in sede amministrativa presso il Tar di competenza. L'impatto della norma approvata nel "Milleproroghe" con la quale e' stata prevista la sospensione fino al 2020 del Bando di riqualificazione delle periferie, ha creato, infatti, ai comuni siciliani, tenendo conto anche del co-finanziamento, un danno economico di complessivi 500 milioni di euro e ha coinvolto 117 Comuni, tra i quali le tre Citta' metropolitane di Palermo, Catania e Messina e i nove Comuni capoluogo. Fondi che, molti degli enti interessati, avevano gia' previsto nel loro bilancio 2017 finalizzandoli alla realizzazione degli interventi per i quali avevano reso la progettazione esecutiva, arrivando, in molti casi, anche all'affidamento della stessa.
"La rimodulazione dello stanziamento di risorse destinate alle periferie - dicono Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale di Anci Sicilia - e' un inaccettabile atto di disinteresse per la vivibilita' di 117 comuni siciliani e ha ignorato previsioni di legge, convenzioni firmate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e registrate dalla Corte dei Conti, progetti esecutivi, atti e impegni gia' assunti. Chiediamo, insieme ad Anci, che sta gia' predisponendo uno schema di risoluzione che sara' presentato, a giorni, in Consiglio delle Autonomie locali contenente la proposta di impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale del decreto 91/2018 che tali risorse vengano, invece, confermate nel rigoroso rispetto di scelte, progetti e tempi utili per la rigenerazione urbana nella piena convinzione che un generico rinvio al 2020 rischierebbe di vanificare gli sforzi gia' profusi rendendo, in alcuni casi, non piu' attuali i progetti".