Preso a Roma un latitante di 'ndrangheta: è Filippo Morgante del clan "Gallico" di Palmi
I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei militari della capitale e del Ros, hanno individuato e arrestato a Roma un latitante di 'ndrangheta, Filippo Morgante, di 48 anni, indicato come esponente di spicco della cosca 'Gallico' di Palmi. Nel momento dell'arresto, il latitante non ha opposto alcuna resistenza. Addosso non aveva armi, ma documenti di cui era stato denunciato lo smarrimento ed un telefono cellulare con sim straniera, il tutto sottoposto a sequestro.
L'uomo si era reso irreperibile da quando si era sottratto ad un ordine di carcerazione, emesso a seguito di una condanna definitiva a 18 anni, un mese e 28 giorni di reclusione per i reati di associazione di tipo mafioso, minaccia, detenzione di armi clandestine e associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Il provvedimento era stato emesso dalla Procura generale della Repubblica della Corte d'appello di Reggio Calabria.
"Filippo Morgante - riferiscono i carabinieri in un comunicato - è ritenuto elemento di elevata caratura, a completa disposizione della cosca Gallico, che gode di ampia autonomia decisionale in merito sia alla pianificazione degli omicidi sia alle azioni delittuose da compiere per la gestione degli interessi economici del sodalizio. Si tratta di un profilo criminale delineatosi dettagliatamente nel corso dell'indagine 'Cosa Mia' della Dda reggina a seguito della quale si era reso latitante.
L'indagine aveva consentito di accertare come Morgante fosse "al costante servizio dell'associazione mafiosa, dando attuazione a tutti gli ordini impartiti dai capi (Giuseppe, Domenico e Carmelo Gallico) e dai reggenti (Rocco e Teresa Gallico), in particolare in materia di estorsioni. Filippo Morgante, inoltre, avrebbe fatto parte del 'braccio armato' della cosca Gallico e avrebbe partecipato attivamente alla faida che era in corso con la 'ndrina Bruzzise, mettendosi più in generale a completa disposizione degli interessi della cosca e cooperando con gli altri associati nella realizzazione del programma criminoso del gruppo". Morgante di fatto figurava come il 'reggente' della cosca".