Palermo, Mannino: rivendico di avere fiancheggiato Falcone
"Rivendico di avere fiancheggiato Falcone". Lo dice, rendendo dichiarazioni spontanee davanti alla prima sezione della Corte d'Appello di palermo, Calogero Mannino, imputato del processo stralcio sulla trattativa stato-mafia. L'ex ministro democristiano, che viene giudicato con rito abbreviato, ha ripercorso gli anni della sua carriera politica, sostenendo di essere stato molto vicino a Giovanni Falcone e prima di lui a Rocco chinnici, entrambi assassinati dalla mafia. Nel riferire questi fatti al collegio presieduto da Adriana Piras, l'imputato ha parlato di un colloquio con il giudice poi ucciso a Capaci. Mi disse che i partiti avevano avuto un ruolo importante nella lotta al terrorismo. Se la politica non e' di sostegno al palazzo di giustizia, il maxiprocesso non dara' risultati". Sempre Falcone avrebbe affermato di volere andare avanti: "Se devo colpire esponenti della Dc li colpiro'". Mannino ha spiegato di avere risposto: "So di andare nella fossa dei Leoni come Daniele e non ne sono piu' uscito". L'ex segretario regionale della Democrazia cristiana ha ricordato che, prima dell'avvio del maxiprocesso, arrivo' una lettera apocrifa a sua firma all'ufficio istruzione: "C'era scritto che ero dispiaciuto con Nino, cioe' l'esattore Salvo, perche' i 350 milioni che avevo avuto per corrompere Falcone non erano serviti e dicevo pure che li avrei tenuti per la prossima campagna elettorale. Fui chiamato e interrogato da Falcone e l'ufficio istruzione diede conto di tutto questo nell'ordinanza sentenza e rinvio a giudizio del Maxi".