Tribunale di Ragusa, orari di ufficio: lavoratori sul piede di guerra
Disposizioni vessatorie e comportamento antisindacale: sono soltanto alcune delle accuse che i rappresentanti delle sigle sindacali dei lavoratori giudiziari di Ragusa lanciano al presidente del Tribunale, Biagio Insacco. Oggetto del contendere, l’orario di lavoro sul quale c’era stato un accordo in sede di contrattazione, accordo che è stato ignorato.
Ai lavoratori - in maggior parte pendolari - che hanno optato per l’articolazione dell’orario di lavoro di sette ore e dodici minuti giornalieri per cinque giorni settimanali è stato fatto espresso divieto di accedere in ufficio alle sette e trenta del mattino - come tutti gli altri colleghi del palazzo di giustizia e della pubblica amministrazione - obbligandoli ad entrare al lavoro tra le otto e le nove. Secondo i sindacati si tratta di una discriminazione. Non sono stati presi in considerazione, tra l’altro, la carenza di parcheggi liberi, la coincidenza dell’apertura al pubblico e l’inizio delle udienze, con il previsto limite massimo di accesso all’ufficio. A supporto della decisione – definita infelice - non meglio precisate ‘superiori esigenze di servizio’; la possibilità di apertura al pubblico del Tribunale nelle ore pomeridiane, nonché ‘la limitazione dello straordinario di udienza’.
La risposta dei sindacati è stata dura: proclamazione dello stato di agitazione dei lavoratori giudiziari del Tribunale di Ragusa e sospensione delle relazioni sindacali. I rappresentanti sindacali sollecitano, infine, l’intervento della presidenza della Corte d’Appello di Catania.
Il Tribunale di Ragusa, oltre ai problemi di natura strutturale, continua a mostrare crepe anche nell’organizzazione del lavoro.