Beni per 7,5 milioni di euro sequestrati a un imprenditore di Enna
Beni per 7 milioni e mezzo sono stati sequestrati dalla Dia di Caltanissetta all'imprenditore di Enna, Ettore Forno, 52 anni. Condannato per usura nel 2017 a 4 anni e tre mesi di reclusione e all'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, le indagini della Direzione investigativa antimafia nissena, iniziate nel 2010, hanno preso spunto dall'elevato tenore di vita dell'indagato in contrasto con le dichiarazioni dei redditi, dal consistente patrimonio immobiliare posseduto, nonche' dalla gestione di fatto di alcune societa'. Le ipotesi investigative erano sostanzialmente orientate su riciclaggio e usura.
Il provvedimento ha riguardato il bar-ristorante all'interno del centro commerciale Sicilia Outlet Village di Agira; l'agriturismo "Lo Sperone" con ristorante, albergo, terreni agricoli, piscina scoperta, con sede a Leonforte e situato nelle immediate adiacenze dello svincolo autostradale Mulinello dell'autostrada A19 Palermo-Catania; quote di societa' edili, immobiliari, di allestimento da sale giochi e biliardi e commercializzazione di telefonia, quattro fabbricati, fra cui una lussua villa con piscina a Nissoria, 10 terreni tra Nissoria e Acireale e dieci rapporti bancari.
Le indagini, condotte insieme ai carabinieri di Enna, hanno riscontrato le "condotte illegali" di Forno, e delineato "la fitta rete di complicita' di cui ha goduto tra pregiudicati e prestanome che si sono adoperati anche con la produzione di documentazione falsa realizzata ad hoc al solo fine di coprire l'indagato". A riprova di cio', per gli investigatori, sono state documentati casi di favoreggiamento personale nei confronti del direttore pro-tempore (del 2010/2011) della filiale di Unicredit di Leonforte in quanto, nella sua qualita' di responsabile dell'antiriciclaggio, informava Forno degli accertamenti bancari all'epoca eseguiti dalla Dia, omettendo di segnalare le operazioni sospette. I complessi accertamenti bancari hanno evidenziato una elevatissima movimentazione in termini di importi complessivi, il ricorso a un ingente utilizzo di denaro contante e a continui atti preliminari, molti dei quali non registrati e che non hanno trovato la successiva formalizzazione, finalizzati soltanto a dare apparente giustificazione dei relativi flussi finanziari, nonche' una complessiva movimentazione bancaria nettamente superiore, e quindi sproporzionata, rispetto alle dichiarazioni presentate.