Stage della nazionale a Coverciano, Quagliarella: "Per me è una gioia"
Azzurri in campo per il primo allenamento del 2019 a Coverciano, all'interno dello stage chiesto ed ottenuto da Roberto Mancini grazie alla disponibilità dei club. Dei 32 convocati, presenti in 26 compresi i tre portieri, Donnarumma, Meret e Sirigu, assenti, oltre al capitano Chiellini (che ha risposto alla chiamata nonostante l'infortunio), i difensori Bastoni del Parma e Romagnoli del Milan, il centrocampista del Sassuolo Sensi e gli attaccanti Inglese del Parma e Berardi del Sassuolo. Per tutti loro, alle prese con qualche acciacco, massaggi e lavoro in palestra.'
'Quando mi hanno chiamato per la convocazione ho chiesto: ma Mancini mi vuole nello staff o come giocatore? Data l'età devo per forza navigare a vista. Però che gioia ritrovare l'azzurro a 36 anni''. Schivo di natura, stavolta Fabio Quagliarella fatica a nascondere i brividi per il ritorno in Nazionale a 3 anni dall'ultima volta (2015 sotto la gestione-Conte) e addirittura a 8 dall'ultima gara disputata. La sua è la vittoria del lavoro e della tenacia. ''Il lavoro paga sempre e la serietà con cui lo svolgo è il mio segreto - racconta il capitano della Sampdoria con già 16 reti all'attivo - In allenamento spingo sempre al massimo, curo molto l'alimentazione e cerco di riposare tanto''. In più gli ha giovato giocare con la Samp negli ultimi tempi più dentro l'area. ''Ai compagni dico sempre 'datemi la palla' e stiamo a vedere'' sorride. Cresciuto a pane e video cassette di Maradona (''Ho sempre studiato chi segnava gol straordinari, Montella, Vialli, Shevchenko''), Quagliarella è reduce da un periodo intenso: il record eguagliato di Batistuta con 11 gare di fila a segno (''Ho provato a batterlo ma col Napoli è stata dura''), il 31 gennaio il compleanno, ora l'azzurro. ''Sono la dimostrazione che Mancini segue tutti e premia chi merita. Lavorare con tanti giovani mi darà energia. Obiettivi? Vado avanti partita dopo partita e vedremo che accadrà. Se in giro c'è un altro Quagliarella? Ognuno è se stesso, vedo comunque tanti talenti, mi piacciono su tutti Chiesa e Zaniolo''. Le lacrime al Mondiale in Sudafrica non sono state dimenticate, ora Quagliarella si gode il presente pronto a dare una mano al rilancio dell'Italia: ''E' una squadra molto propositiva, gioca, crea, trascina. Per tornare in alto c'è bisogno di tutti e io sono pronto, essere allenato da Mancini è un onore: lui è il simbolo della Samp, io ho fatto solo un decimo''. Ma intanto rieccolo in azzurro.