Scoperta maxi truffa nel Polo industriale di Augusta: 5 arresti e sequestri
Una maxi frode fiscale nel Polo industriale di Augusta è stata scoperta dalla Guardia di Finanza che sta eseguendo 5 ordinanze di custodia cautelare (due in carcere e tre ai domiciliari) e 5 divieti interdittivi disposti dal Gip nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Procura di Siracusa. In corso anche il sequestro di somme per oltre 43 milioni di euro. La forse sarebbe stata commessa da una consorzio di società che lavorano nel Polo industriale, attraverso l'acquisizione di appalti con forti ribassi possibili grazie al mancato versamente di contributi, omesse dichiarazioni e false fatturazioni.
Persone indigenti che frequentavano la mensa della Caritas venivano arruolate, grazie a un faccendiere di fiducia, come prestanome in cambio di piccole cifre - da 50 a 200 euro -: a questi venivano intestate quote societarie o cariche di società, alcune delle quali risultano avere movimentato volumi d'affari di milioni di euro. E' quanto emerge dall'indagine della Guardia di finanza, coordinata dalla Procura di Siracusa, su una maxi frode fiscale nel Polo industriale di Augusta. Sono dodici le persone indagate per le quali sono stati emessi sequestri, diretti o per equivalente, per 43 milioni 912 mila di euro, totale delle evasioni. Le indagini sono scattate nel 2017 da una verifica fiscale. In carcere sono finiti i coniugi Isabella Armenia e Stefano Bele, considerati i promotori dell'organizzazione, e ai domiciliari Marilina Campis, Paola Garofalo e Michele Fisicaro. Secondo gli investigatori la coppia di imprenditori aveva costituito un Consorzio di imprese che si aggiudicava appalti a prezzo ribassato per la manutenzione di impianti delle grandi aziende Lukoil, Versalis della zona industriale. Il prezzo di aggiudicazione era competitivo perché il Consorzio non pagava imposte e contributi previdenziali. Il lavoro veniva fatto svolgere dalle consorziate di turno e quando una società aveva raggiunto debiti tributari di considerevole importo veniva sostituita con un'altra impresa che utilizzava gli stessi operai e gli stessi mezzi. Tramite canali "social" venivano dettate disposizioni in modo criptico, nel timore di essere "ascoltati" (whatsapp, skype). Era stata costituita a Malta una società di diritto locale allo scopo di emettere, dall'estero, fatture per operazioni inesistenti nei confronti di una delle società fallite che svuotava le proprie casse, per circa 3 milioni di euro, a esclusivo vantaggio della coppia.Un obbligo di dimora per Daniele Parrino e un divieto di espatrio per Massimo Camizzi, considerato il factotum. Provvedimenti interdittivi a vario titolo sono stati emessi nei confronti del commercialista Luigino Longo (divieto temporaneo dell'esercizio della professione); Angelo Tringa, Giovanni Platania, Roberto Giardina, Gesualdo Buono (divieto temporaneo di assumere cariche in persone giuridiche). Secondo la Guardia di finanza le frodi hanno anche portato, su richiesta della Procura di Siracusa, al fallimento di alcune società: Nms Srl, Gap Srl, Cipis Srl, Clai Siracusana Srl, Mbf Srl.