La Libia in guerra, da Tripoli parte la controffensiva su Sirte
"Le forze dell'operazione al Bunyan al Marsous, che hanno sconfitto l'Isis a Sirte, mobilitano i propri uomini e mezzi per lanciare un contrattacco a Sirte per respingere i gruppi armati di Haftar che hanno preso il controllo della maggior parte della città". Lo si legge in un tweet del The Libya Observer in riferimento al lancio di una controffensiva per la ripresa delle posizioni perse sulle forze del generale Khalifa Haftar che hanno annunciato di aver preso il controllo della città di Sirte.
Il caos libico inghiotte anche il tentativo dell'Unione europea e dell'Italia di riguadagnare uno spazio di manovra, mentre le truppe di Erdogan forniscono al premier Sarraj una sponda ben più consistente di nebulosi esercizi diplomatici. Nel giorno in cui il primo gruppo di soldati di élite turchi sbarca a Tripoli e le forze del generale Khalifa Haftar annunciano di aver preso il controllo di una città strategica come Sirte espellendo le milizie che sostengono il Governo di accordo nazionale di Sarraj, da Bruxelles arriva l'archiviazione della missione diplomatica europea che sarebbe dovuta approdare domani nella capitale libica.
"Da parte nostra non è stata annunciata alcuna missione", ha fatto sapere in mattinata uno dei portavoce della Commissione europea avvertendo di non poter confermare gli impegni dell'Alto rappresentante Josep Borrell che avrebbe dovuto guidare la task force composta dai ministri degli Esteri italiano, francese, tedesco e britannico. Fortemente voluta da Luigi Di Maio, la missione avrebbe dovuto tentare di ottenere un cessate il fuoco e la ripresa dei colloqui tra le due fazioni in conflitto. Obiettivo difficile se non impossibile anche se la delegazione Ue fosse partita. Con la missione abortita prima di vedere la luce, Di Maio si è trovato nel mezzo anche del fuoco incrociato dell'opposizione. Matteo Salvini ha ironizzato sui "vertici notturni a Palazzo Chigi a litigare, a parlare di legge elettorale mentre in Libia arrivano turchi, russi, francesi, egiziani e mezzo mondo".