Rosolini e gli aiuti alle famiglie, niente personalismi: sindaco faccia scelte collegiali
Con l’ultimo provvedimento il Governo anticipa i trasferimenti dovuti ai Comuni: soldi che già spettavano ai Comuni (incassati attraverso il gettito Imu) che lo Statoavrebbe dovuto trasferire a maggio, ma il trasferimento è stato anticipato ad aprile. Buoni spesa per 400 milioni di euro da dividere tra 8 mila Comuni Italiani, a questi si aggiungono i 100 milioni di euro che il Governatore della Regione Sicilia, Nello Musumeci, ha prontamente stanziato per far fronte ai nuovi poveri e che i sindaci dovranno distribuire ai più bisognosi. La somma di questi tre provvedimenti, sulla cui bontà non ritengo opportuno discutere in questo momento di emergenza, rappresentano un buon salvadanaio a cui i sindaci possono attingere per dare immediato sollievo alle “nuove fasce di poveri creati da questa pandemia”. Gli indigenti in questo momento non sono i soggetti che già percepiscono il Reddito di Cittadinanza (già a casa, disoccupati in attesa di un posto di lavoro) purtroppo a questi si aggiungono nuove e preoccupanti forme di povertà. Centinaia di nostri concittadini che fino a ieri sbarcavano il lunario lavorando onestamente: operai che ad oggi, vista la burocrazia, non hanno ancora avuto accesso alla Cassa integrazione in deroga, commercianti e artigiani che aspettano le mitiche 600 euro che serviranno a ben pocovista la pesante pressione fiscale che è stata solo rinviata al 31 maggio nella migliore delle ipotesi. Adesso entrano in scena i sindaci, saranno tutti in grado di far fronte ad una fase così delicata? E’ necessario individuare immediatamente (in ore non giorni o settimane) i criteri con i quali distribuire i buoni pasto. Occorre individuare gli indigenti, chi ha oggettivamente una difficoltà e in questo momento possono esserci in tutte le fasce sociali. Catalogare i bisognosi, stabilire priorità e metodo con il quale distribuire i buoni pasto, stabilire la consistenza del singolo aiuto e dare certezze sull’immediatezza dell’erogazione dell’aiuto concreto. In questa grave situazione non è il momento delle critiche sterili ed infruttuose ma è fondamentale la dimestichezza del sindaco di Rosolini a mediare con la sua maggioranza e l’opposizione in modo da velocizzare i processi. Incatasciato sarà in grado di farlo? Lui un accentratore, come è stato definito dalla sua stessa maggioranza, sarà lungimirante? Ricordiamoci che le decisioni prese oggi avranno pesanti ripercussioni sul futuro della nostra economia locale. Oggi, senza una maggioranza in Consiglio Comunale ed una Giunta carente di ben due assessori, sindaco non può decidere da solo le sorti di tutta la città. In questa tragica situazione di emergenza sociale, in mancanza di una sua maggioranza e una Giunta incompleta, le decisioni in merito all’emergenza devono essere prese collegialmente e votate d’urgenza in Consiglio Comunale coinvolgendo tutte le forze economiche, politiche, del volontariato e religiose della città. Il sindaco di Rosolini metta da parte il personalismo e l’interesse dei singoli.
* Ex assessore al Comune di Rosolini