I traffici illeciti della 'Ndrangheta a Monza e Como: 22 misure cautelari
Ventidue misure cautelari per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e acquisizione indebita di esercizi pubblici, nonché porto abusivo di armi e associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, sono state eseguite stamane all'alba dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Monza, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, nelle province di Monza e della Brianza, Como, Lecco, Reggio Emilia, Macerata e Reggio Calabria. Venti le persone ritenute vicine alla famiglia vibonese "Cristello" arrestati (per gli altri due obbligo di firma), legati alla Locale dell'Ndrangheta attiva in Brianza e in via di espansione in Germania, Spagna e Svizzera, con particolari interessi nei servizi di sicurezza dei locali pubblici nelle province di Monza, Como e Milano.
Ditte di sicurezza privata imposte con la forza ai gestori di bar e discoteche, scelta delle postazioni per venditori ambulanti e risoluzione di eventuali "controversie", oltre allo spaccio di droga, all'usura e al recupero crediti. Così l'Ndrangheta manteneva le sue radici ben piantate in provincia di Monza e Brianza, in particolare nei comuni di Seregno, Desio, Giussano, Verano Brianza, Meda, Carate Brianza e a Mariano Comense (Como), e per mano dei cugini Umberto e Carmelo Cristello, legati alla stessa famiglia al centro della maxi inchiesta "Infinito" del 2010. E' quanto emerso dalle indagini coordinate dal Procutatore aggiunto Alessandra Dolci e dai pm Cecilia Vassena e Sara Ombra, dei carabinieri del Nucleo investigativo di Monza e del Nucleo radiomobile di Cantù (Como). "Chiamo il direttore del locale e gli dico... Non ti permettere di fare venire un altro da Milano a lavorare dove ci siamo noi", ha detto intercettato al telefono uno degli arrestati, "perché tu venerdì sera apri, il sabato veniamo noi, ti tiro giù tutta la sicurezza e i buttafuori e chiudi..." E, ancora, "gli sparo quattro colpi in testa e gli faccio saltare il cranio... Prendilo e portalo dove vuoi, me lo porti perché sennò vado io a casa sua stanotte...". A margine c'era anche una prolifera attività di narcotraffico internazionale di cocaina, hashish e marijuana approvvigionato attraverso il canale franco-iberico e destinato alla distribuzione in Italia e anche in Germania e denaro prestato a tassi follia imprenditori e privati cittadini. Tra gli arrestati per droga anche due fermati grazie alla collaborazione della Gendarmeria Francese. Droga e armi sequestrate a casa di familiari degli indagati, perquisizioni ancora in corso.
Erano Umberto Cristello, fratello di Rocco, ex capo della Locale dell'ndrangheta di Seregno (Monza) ucciso nel 2008, e suo cugino Carmelo, a gestire insieme ad altri sodali il giro d'affari della Locale brianzola, tra servizi di sicurezza e locali e posti per ambulanti, unitamente ad estorsioni, usura e spaccio di droga, con l'obiettivo di arricchirsi sempre di più, prima di finire nuovamente in manette, insieme ad altre 18 persone, questa mattina a seguito di un blitz dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Monza e del radiomobile di Cantù, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano. "Si avvaleva della forza dell'intimidazione derivata dalla sua notoria appartenenza all'ndrangheta" si legge nelle carte giudiziarie, per poi riuscire a mettere mano sulle attività commerciali sfruttando intimidazione e prestiti usurai. "Dai che poi glielo prendiamo quel bar...", ha affermato intercettato, "gli dici che io ogni domenica voglio i soldi". Per gli inquirenti Umberto Cristello "esercitava il controllo del territorio e delle attività economiche esistenti" anche sui venditori ambulanti di panini e bibite. "Volevano fare i duri... mettere un camion dei panini al Molto...U curtu glielo disse che gli taglio la testa, non vi permettete di avvicinarvi che vi sparo a tutti quanti". Entrare in affare con lui, spiega l'inchiesta, voleva dire beneficiare di "interventi per dirimere controversie private con modalità estorsive" e ottenere la piazzola migliore da contendere a un altro venditore ambulante.