Lacrime e tanta rabbia a Rosolini ai funerali del piccolo Evan Giulio
Quando la piccola bara bianca con le spoglie del piccolo Evan viene alzata verso il cielo, parte l'applauso della gente perbene di Rosolini, mentre i palloncini bianche vengono liberati verso il cielo. Il piazzale antistante la chiesa del Crocifisso è gremito di persone di tutte le età, perchè una tragedia così immane non può avere età. Dietro la piccola bara bianca c'è il papà di Evan, Stefano, i nonni paterni, i parenti più intimi. Ma anche la gente del quartiere delle case popolari dove si è consumata la tragedia. Anche il sindaco di Rosolini, Pippo Incatasciato con la fascia tricolore ha partecipato al rito funebre, così come tanti volontari della Misericordia. Al di là delle responsabilità per la morte di un bimbo di 21 mesi, toccherà alla magistratura fare piena luce su cosa è accaduto tra le mura domestiche, un'intera comunità è rimasta senza parole. Un fatto di una gravità inaudita che ha lasciato l'intera città di Rosolini, ma anche i rosolinesi che vivono in tutto il mondo, sbigottiti e senza parole. Durante i funerali la commozione è stata tanta, bastava scorgere lo sguardo verso il papà, i nonni paterni e gli zii per capire che non sarà una condanna a riportare sulla terra Evan Giulio. Il rito funebre è stato celebrato presso al Crocifisso in una chiesa gremita, ma nel pieno rispetto delle norme anti-contagio. A concelebrare il rito funebre don Giorgio Parisi, parroco del Santissimo Crocifisso e don Alessandro Spadola della Chiesa del Cuore Immacolato di Maria. Breve ma toccante l’omelia di don Parisi, che si è fermato più volte per l'emozione. “Nessuno di noi oggi vorrebbe essere qui. Nessuno di noi vorrebbe essere qui a dare il proprio ultimo saluto al piccolo Evan. Siamo qui per vivere un momento di preghiera. Siamo qui per chiedere al Signore qualcosa di grande. Non chiederemo per lui il Paradiso, gli spetta già ed è in braccio al buon Dio. Chiederemo a Dio la consolazione e la serenità. Che il Signore possa tenere sempre Evan tra le sue braccia e posso custodirlo nella sua eternità. Non serve aggiungere altro. Sarebbero solo parole”.
Giuseppe Lorefice
LA MAMMA ED IL PATRIGNO RESPINGONO LE ACCUSE MA IL GIP DI RAGUSA LI LASCIA IN CARCERE
Hanno negato ogni accusa, davanti al gip di Ragusa, Eleonora Schininà, i destinatari dei due fermi di indiziato di delitto per la morte di Evan, di 21 mesi, il bimbo di Rosolini deceduto all'ospedale di Modica a causa delle botte subite. Alla mamma Letizia Spatola, di 23 anni, e al convivente Salvatore Blanco, di 32, che non è il padre del piccolo, sono contestati i reati di omicidio volontario e maltrattamenti. "Voglio giustizia per il mio bambino", ha detto tra le lacrime la giovane difesa dell'avvocato Natale Di Stefano, negando le accuse contestate dalla procura di Siracusa, secondo cui la donna avrebbe lasciato che il convivente si accanisse sul figlio. Nei giorni scorsi aveva parlato dell'aggressività del compagno e di esserne succube. Ha risposto alle domande anche il convivente, difeso dall'avvocato Anna Maria Campisi, ma ha negato la ricostruzione degli inquirenti, sostenendo di non aver picchiato il bimbo. "Attendiamo che il giudice sciolga la riserva", dice il legale. L'autopsia, eseguita due giorni fa sul bimbo, ha accertato che il decesso è avvenuto a causa di un trauma cranico importante.
LA MORTE DI EVAN DIVENTA UN 'CASO' NAZIONALE: INTERROGAZIONE AL GOVERNO DI STAFANIA PRESTIGIACOMO
"Sull'assurdo caso di Rosolini servono risposte immediate e occorre individuare precise responsabilita' in capo ad un sistema che si rivela sempre piu malato e che anche di fronte a denunce circostanziate non interviene a placare la spirale della violenza contro un povero bambino indifeso. Donne e bambini non si riescono a salvare dalla follia bruta e tutte le leggi che il Parlamento produce si rivelano inutili se non si interviene sulla prevenzione". Cosi', in una nota, la deputata di Forza Italia Stefania Prestigiacomo. "Come mai la Procura di Siracusa - prosegue - non è intervenuta immediatamente a seguito della denuncia del padre? Perchè un bimbo che piu volte era stato ricoverato per percosse non è stato allontanato dalla famiglia? Perchè i servizi sociali non sono intervenuti con immediatezza per accertare cosa accadeva in quella casa? Il governo deve rispondere a queste domande che sono quelle che si pongono gli italiani. Per questo motivo ho presentato un'interrogazione parlamentare, perchè non si puo' accettare che ancora una volta sia un bambino a pagare con la vita, la follia di una madre che anziche proteggerlo lo ha martirizzato o ha permesso che lo facessero. Non si puo accettare che la magistratura pronta a fare scoop con inchieste sui famosi abbia colpevolmente ritardato accertamenti doverosi e urgenti in un caso cosi' grave ma, ahimé, di routine", conclude.