Gli antichi tarocchi siciliani
Le carte sono uno dei giochi più affascinanti diffusi nel mondo. Ve ne sono di diverse tipologie, costituite di diversi materiali. Sono raccolte in diversi formati e si richiamano a diverse iconografie. Intorno ad ogni mazzo si sono sviluppati molteplici stili di gioco, e non solo. Le carte sono divenute infatti oggetto di un appassionato collezionismo, uno elemento immancabile nei giochi di prestigio, come anche un noto strumento di divinazione.
La storia delle carte si snoda per secoli e secoli. Secondo alcuni studiosi le prime carte da gioco sono comparse in Cina, con la diffusione della carta come materiale di supporto per la scrittura e per il disegno. Si sono diffuse poi in Medio Oriente, diventando uno dei giochi più apprezzati dalle popolazioni arabe del Medioevo. Giungeranno poi in Europa, probabilmente grazie ai contatti che i mercanti europei intrattenevano con i mamelucchi egiziani. In Europa si diffonderanno svariati tipi di carte, distinti in diversi semi. Nel corso dei secoli, infatti, le carte iniziano a distinguersi per differenti rappresentazioni, a seconda delle zone in cui circolano: avremo carte a semi francesi, semi tedeschi, semi spagnoli e italiani, e molti altri ancora. In ogni regione italiana si sviluppano a loro volta delle varianti tutte particolari, caratterizzate localmente, che troviamo ancora oggi. L’invenzione della stampa contribuisce in modo decisivo alla loro diffusione.
Le carte continuano ad evolversi e oggi acquisiscono una nuova dimensione, quella virtuale. Sempre più persone, infatti, scelgono i casinò online. Questa la tendenza si sta affermando praticamente in ogni parte del mondo, di pari passo con una crescita dell’accessibilità alla rete Internet. Le carte diventano “immateriali”, ma non smettono di essere scambiate, al contrario. Cresce il numero delle persone che si avvicina al gioco. Le carte restano un elemento molto significativo per la nostra cultura.
In questo quadro, si accende sempre di più l’interesse anche per un altro particolare tipo di carte, le carte dei tarocchi. I mazzi di carte dei tarocchi sono molto simili a quelli delle carte da gioco che tutti conosciamo. Vi troviamo degli “Arcani minori” che corrispondono in tutto e per tutto alle carte da gioco di seme spagnolo. Sono 40 carte, divise in 4 semi: spade, coppe, bastoni e denari. Il mazzo di tarocchi si differenzia però per la presenza di un altro tipo di carte, chiamate “Arcani Maggiori”. Queste si caratterizzano per la rappresentazione di figure intere molto suggestive e ricche di significati più o meno nascosti.
L’origine dei tarocchi è molto discussa da storici e da antropologi, sono pochissimi i reperti e le testimonianze a cui poter fare riferimento. Nel Rinascimento le carte da gioco erano di gran moda in tutta Europa e pare che nel nord Italia si stessero diffondendo nuovi mazzi di carte, disegnati per le grandi corti dei potenti dell’epoca. Si parla di tarocchi a Milano, facendo riferimento al mazzo dei Visconti-Sforza. Pare che questo tipo di carte circoli anche a Bologna, così come alla corte degli Estensi di Ferrara. Anche in Sicilia si diffonde presto un mazzo di tarocchi che prende il nome di “Tarocco siciliano”.
Secondo l’opuscolo sui giochi siciliani scritto dal Marchese di Villabianca, nel lontano 1663 il Duca di Sermoneta, il Vicerè di Sicilia Francesco Gaetani, aveva portato il gioco dei tarocchi nell’Isola. Tuttavia, diversi documenti dimostrano che già nel 1630 si producevano le carte dei tarocchi nelle stamperie di Palermo. Queste carte erano diverse da quelle usate nel Nord Italia, per molti versi si richiamavano più ai “Gallerini” fiorentini. Con questo nome i siciliani avevano rinominato i tarocchi di Firenze, che nella regione del centro-Italia prendevano in origine il nome di “Minchiate” (non stupisce il fatto che il nome risultasse inopportuno alle orecchie siciliane). Tuttavia, i siciliani riducono il numero di carte e apportano al mazzo modifiche molto significative.
Il mazzo dei tarocchi siciliani è composto da 63 carte. Si contano 41 arcani minori, suddivisi in Oro, Spade, Coppe e Bastoni, secondo uno stile diffuso principalmente in Portogallo, all’epoca particolarmente in voga, oggi praticamente scomparso. Compare la figura della Regina, il Re si trova seduto sul trono. I semi lunghi (spade e bastoni) si intersecano diagonalmente, creando particolari incroci geometrici. Le carte presentano un indice alfanumerico che ne designa il valore. Il seme viene indicato con una lettera dell’alfabeto (B come Bastoni, C come Coppe, S come Spade, O come Oro).
A queste carte si aggiungono 22 arcani maggiori, detti anche “Trionfi”, o “Trunfi”, in siciliano. Sono carte numerate da 1 a 20. Solo due di queste non portano una numerazione e sono la Miseria, considerata il numero 0 del mazzo e il Fuggitivo (in siciliano ‘U Fujutu), l’analogo del Matto in altri giochi di tarocchi. Cinque carte vengono dette “Arie” e rappresentano i cinque trionfi più alti. Sono Le Stelle, La Luna, Il Sole, Il Mondo (o Atlante, noto anche come ‘A Badda) e Giove.
Nel corso dei secoli si sono sviluppati molteplici giochi su questo mazzo di carte. Il filosofo inglese Michael Dummett verso la fine degli anni Sessanta si è recato in Sicilia per studiare di persona il gioco dei tarocchi. In Sicilia si sono creati dei modi di giocare con i tarocchi totalmente originali, diversi di città in città. Il filosofo ha smontato l’aura irrazionale di mistero magico che si è creata intorno a queste carte. Si è appassionato alla loro geniale costruzione logica. Riteneva infatti che i tarocchi siciliani fossero un «momento fondamentale della cultura e dell’intelligenza dei siciliani», un incredibile gioco di memoria e d’ingegno, un tesoro culturale della sicilianità.