Architettura organica, un esempio sulla costa iblea tra Pozzallo e Ispica
Si dice che una casa sul mare sia il rifugio dell'uomo, quando non è in balia delle onde. Deve averlo pensato anche Guido Rossi, imprenditore di Arcore nel settore del tessile, che dinanzi a una spiaggia selvaggia e un lembo di mare nei pressi della foce del Rio Favara, tra Pozzallo e Ispica, è rimasto incantato e ha deciso di costruire qui il suo rifugio, rilevando e ristrutturando un preesistente edificio.
Il progettista incaricato, Corrado Monaca, ne ha fatto uno dei migliori esempi siciliani di Architettura Organica contemporanea, in cui ogni elemento artificiale si integra con il contesto ambientale, in una perfetta armonia tra uomo, tecnologia e natura. Tanto da farne un caso di studio.
L’architetto Alessandro Ferrara, già Soprintendente dei Beni Culturali e ambientali di Ragusa e dirigente generale del Dipartimento delle Attività produttive, ha dedicato un appassionato saggio all'ultima realizzazione architettonica del professor Monaca. Il saggio, intitolato “Sulle rotte del Mediterraneo a sud dell’Europa”, descrive le caratteristiche concettuali, costruttive, architettoniche e paesaggistiche dell’edificio.
Dagli americani Frank Lloyd Wright a Bruce Goff, dal finlandese Alvar Aalto all'espressionista Hugo Häring, passando per l'italiano Paolo Soleri, l’architettura organica si è evoluta, adottando soluzioni creative e interpretative dei bisogni più significativi dell'uomo, in contatto e in simbiosi con la natura. In Italia l'architettura organica è stata annunciata nel dopoguerra da Bruno Zevi, che ha fondato nel 1945 a Roma assieme a Luigi Piccinato, Mario Ridolfi, Annibale Vitellozzi, Pier Luigi Nervi e altri, l'Associazione per l'Architettura Organica.