Dal Centro Studi Lunigiana Premio della critica al modicano Domenico Pisana
L’ultima raccolta poetica di Domenico Pisana, Nella trafitta delle antinomie, pubblicata in Italia dalle Edizioni Helicon di Arezzo, 2020, nella collana “Le Organze” diretta da Marina Pratici, e tradotta Romania, În străpungerea antinomiilor, dalla casa editrice Editura Școala Ardeleană, è stata insignita dal Centro Lunigianese di Studi Danteschi del “Premio speciale della Critica” nel quadro della XIII Edizione del Premio Internazionale di Poesia per la pace universale “Frate Ilaro del Corvo”, Premio che si “ispira da sempre - si legge nel bando - alla presenza di Dante al Monastero di Santa Croce, in Ameglia (Sp), così come essa viene testimoniata dall’Epistola di Frate Ilaro del Corvo a Uguccione della Faggiuola, manoscritto autografo del Boccaccio che trovasi nel Codice XXIX Pluteo 8 presso la Biblioteca Mediceo-Laurenziana di Firenze: al buon Ilaro, che gli chiedeva cosa cercasse, il Sommo Poeta riferiva laconico: “Pace, pace…”
A darne comunicazione all’Autore, che è anche membro della Società Dante Alighieri - Comitato di Catania -, sono stati Mirco Manuguerra, Presidente del Centro Lunigianese di Studi Danteschi, Il Presidente della Commissione, Giuseppe Benelli, e il Direttore del Premio Hafez Haidar, docente presso l’Università di Pavia, scrittore, traduttore, libanese naturalizzato italiano, candidato nel 2017 al Premio Nobel per la pace.
“Ringrazio il Centro Lunigianese di Studi Danteschi e la Commissione del Premio per questo riconoscimento che - afferma il poeta modicano Domenico Pisana - arriva nell’anno in cui sono in corso iniziative varie per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante, per una raccolta poetica i cui “versi – e prendo a prestito le parole del prefatore Dario Stazzone dell’Università di Catania nonché Presidente della Dante di Catania - possono essere ricondotti alla tradizione poetica dell’indignatio, vigorosa in seno alla letteratura italiana fin dalle sue origini, da Dante al Petrarca della canzone All’Italia, da Machiavelli che nella conclusione del Principe cita i versi della canzone petrarchesca nell’ambito di una più ampia e veemente adlocutio agli italiani ad una pletora di secentisti”.
In un passaggio della sua prefazione in rumeno, così scrive Stefan Damian:
“Nell'ambito della poesia italiana odierna, la voce lirica di Domenico Pisana ha un suo timbro particolare, riscontrabile come una linea rossa in tutti i suoi volumi finora pubblicati. E questo filo è costituito tanto dai mezzi espressivi che colpiscono l'attenzione, quanto dalla consistenza ‘materiale’ dei poemi attraversati da idee cariche di plenaria sensibilità umana e sociale che stanno a fondamento di tale lirica.
Il lettore scopre alla radice di questa opera poetica (e in quella di interprete della poesia di autori nazionali e internazionali di vaste aree geografiche e sensibilità poetiche contemporanee) sua profonda e variata cultura antica e moderna su cui si innesta armoniosamente ciò che comunemente chiamiamo preparazione per la vita, sia umana, individuale, sia sociale ed intellettuale, in un mondo la cui esistenza è sempre più minacciata dall'incuria dell'uomo…”