Confcommercio Sicilia scrive ai Prefetti: "No a chiusure in Sicilia"
Confcommercio Sicilia ha inviato questa mattina una lettera aperta ai prefetti dell'isola e ai deputati nazionali eletti sul territorio siciliano "per significarvi il grave stato di prostrazione in cui versano i comparti del commercio della nostra isola che, già alle prese con una crisi economica congiunturale, stanno facendo i conti, da un anno a questa parte, con gli effetti nefasti dell'emergenza sanitaria. Uno stato che potrebbe rivelarsi senza ritorno nel momento in cui da domani, lunedì 15 marzo, si acuiranno di nuovo le restrizioni anticontagio, essendo stata la Sicilia collocata in zona arancione, anche e soprattutto in danno a queste attività, in particolare pubblici esercizi e operatori della ristorazione". "Siamo convinti - prosegue la lettera, firmata dal presidente di Confcommercio Gianluca Manenti - che la tutela della salute debba essere prioritaria ma al contempo non possiamo non considerare che, con riferimento al numero dei contagi, la nostra isola non versi in una condizione tale da determinare il passaggio alla fascia successiva (da gialla ad arancione). Non pretendiamo, naturalmente, di sostituirci alle autorità sanitarie ma di una cosa siamo certi e cioè che l'applicazione delle misure protocollari anticontagio, cosi? come stabilito dal Governo nazionale e a cui le varie attività commerciali si sono adeguate, ha fatto si? che le risposte, in termini di contenimento del fenomeno, fossero esaustive, almeno per quanto riguarda gli esercizi in questione". Confcommercio fa appello ai prefetti "per richiedere la vostra autorevole sollecitazione nei confronti del Governo nazionale volta a considerare la possibilità di adottare misure meno restrittive da localizzare in quelle aree del nostro territorio regionale dove il numero dei contagi risulta essere al di sotto dei parametri. Ovvero, prevedendo le restrizioni non in maniera generalizzata, cosi? come accadrà da lunedì 15 marzo, ma solo laddove si rende davvero necessario".