Il dissesto a Floridia, l'ira del Pd: "E' la strada più comoda, sarà un boomerang per l'Ente"
La risposta del Pd di Floridia alla dichiarazione del dissesto votato dalla giunta comunale non si è fatta attendere. Nessuno si espone in prima persona, ma è una nota collettiva dei Dem floridiani.
"A distanza di quasi 5 anni, siamo costretti a fare i “conti” col solito deja vu. Di volta in volta, infatti, quando chi amministra si trova in difficoltà, per qualsiasi ragione, si tira in ballo il passato. È il modo più comodo per trovare dei colpevoli e per poter giustificare scelte che, purtroppo, spesso nascondono molto altro. Tuttavia, in questa circostanza la cosa più surreale è che le critiche arrivino da chi non vive a Floridia, non lavora a Floridia e non ne conosce la storia, gli uomini e le donne che hanno amministrato questa realtà territoriale. Ma del resto, quale soggetto potrebbe essere più indicato per poter puntare il dito, se non uno straniero di lusso? "
"Più volte abbiamo invitato ad un confronto pubblico l’assessore al bilancio, nelle sedi istituzionali opportune, ma non abbiamo neanche ricevuto risposta. Vista la gravità delle affermazioni e delle accuse mosse, ai fini della massima trasparenza, sarebbe stata l’occasione per provare e circostanziare quanto affermato, su un tema che sta a cuore a tutti i cittadini floridiani".
Ma andiamo per ordine scrive il Pd.
"È falso affermare che nel bilancio del comune vi sarebbe un buco di 14 milioni di euro. Ad oggi il disavanzo da coprire dagli uffici non arriva a due milioni di euro, e in merito vorremmo essere smentiti.
È falso che negli anni passati siano stati approvati bilanci gonfiando i trasferimenti regionali e nazionali. Infatti, il bilancio veniva approvato sempre alla fine dell’anno, a trasferimenti avvenuti, e ci sorprende che l'assessore competente di finanza pubblica si spinga così oltre. In merito vorremmo essere smentiti anche su questo punto.
È falso che il Comune di Floridia spendeva più di quanto previsto in bilancio. Salvo l’ipotesi di una sentenza di condanna non preventivata dall’Ente, e quindi un debito fuori bilancio (di cui però ci sfuggono i riferimenti). Sul punto, ci potrebbe indicare l’assessore quali sono state le spese non previste in bilancio che sono stata eseguite dalle amministrazioni precedenti e da quale amministrazione precedente? È facile generalizzare, ma essendo le accuse mosse molto gravi, tali da ipotizzare un reato, pretendiamo che sia indicato con precisione chi abbia eseguito tali spese e a quali impegni di bilancio senza copertura si riferisce. Inoltre, considerata la gravità della situazione così prospettata dall’assessore, vorremmo capire con quale senso di responsabilità questa amministrazione continua ad impegnare risorse utili a ripianare il disavanzo e come sia possibile che se ne prospettino altre alla cittadinanza. Ma al di là degli aspetti tecnici, su cui avremo modo di ritornare e di confrontarci, la cosa che, a distanza di tempo, non si riesce a comprendere è il continuo tentativo di screditare il passato creando scientemente un'onta mediatica, per poter giustificare l'ingiustificabile.
Di certo la strada del dissesto è la più comoda, e quella che in prima battuta potrebbe dare delle risposte immediate anche se, alla lunga, è quella che creerà più problemi all’ente. Comprendiamo che a qualcuno faccia comodo, prima delle elezioni regionali, insinuare il dubbio e creare presupposti ad hoc per tornaconti personali. Ma una scelta del genere, se non fondata tecnicamente, rischia di rivelarsi un boomerang per un’intera comunità. Infatti, omette l’assessore di spiegare che il dissesto determinerà un pesante danno economico per tutti quegli imprenditori (o per meglio dire quei padri di famiglia) che nel corso degli anni hanno lavorato per l’ente, anticipando anche delle somme per rifornire il medesimo e che con la procedura di dissesto non solo dovranno rinunciare al loro legittimo guadagno, ma potrebbero addirittura perdere buona parte di quanto speso per acquistare il materiale necessario ad onorare gli impegni assunti con il comune. Dopo tale drastica decisione quali saranno quelle imprese che avranno il coraggio di partecipare ad una gara d’appalto di un ente che, piuttosto che pagare i propri debiti, decide di dichiarare fallimento?
Omette l’assessore di dire che il dissesto determinerà l’impossibilità per l’ente di poter assumere nuovo personale in un momento delicato in cui mancano figure apicali importanti per il comune di Floridia. Omette l’assessore di precisare che l’ente rischia di essere escluso dalla partecipazione a bandi per cui sono previsti determinati requisiti. E per questo motivo riteniamo che lo strumento migliore per poter superare le difficoltà che vive la pubblica amministrazione non è il dissesto (meno di 2 milioni di disavanzo non possono giustificarlo). Prima del dissesto si dovrebbe certamente tentare la strada del piano di riequilibrio pluriennale, col quale evitare le conseguenze deleterie che potrebbe determinare una scelta frutto di esigenze politiche altrui. Per ciò che riguarda la continua gogna mediatica che periodicamente viene alimentata dal Catone di turno, vorremmo fare presente all’assessore al bilancio, visto che gli sfuggono i contorni della vicenda politica, che quelli che lui addita come cattivi amministratori di un tempo, sono tutti tornati al proprio lavoro e negli anni successivi nessuno ha ricoperto incarichi politici, né istituzionali; e nessuna prebenda, a nessun titolo, è stata mai chiesta a nessuno. I cattivi amministratori di un tempo, figli di una Floridia che ha fatto dei sacrifici personali il proprio stile di vita, si tagliavano ogni anno del 20% la propria indennità di carica, viste le difficoltà oggettive dell'ente. Certo, non possiamo pretendere lo stesso amore da chi viene da lontano e da chi non vive nemmeno a Floridia, ma ci auguravamo che il buon esempio potesse partire da altri.
I cattivi amministratori di un tempo tutti i giorni cercavano di trovare le soluzioni ad uno stato di oggettiva difficoltà. Non si nascondevano dietro il passato e non cercavano scorciatoie che a lungo andare potevano ripercuotersi contro la comunità amministrata. Certamente, quei cattivi amministratori hanno gestito un momento storico di crisi economica ed hanno fatto i conti con esigenze crescenti, con il taglio dei trasferimenti, con difficoltà sociali delle famiglie floridiane e, nonostante tutto, a distanza di tempo possono ancora camminare a testa alta per le vie e le piazze di Floridia. Chi amministra, avendo a cuore le sorti della propria collettività, deve purtroppo fare i conti con le salite e non scegliere comode discese. Chi gioca a fare il politico, invece, ha a cuore solo la sua carriera e non le sorti di un’intera comunità. Tutto è un mezzo utile per un fine personale.
Ma a tutto ciò il tempo, da gran galantuomo, darà una risposta".