Modica, l'addio a Mattia: l'abbraccio degli amici al loro compagno di giochi
Si sono ritrovati in quel cortile, accanto alla chiesa della Madonna delle Lacrime, nel quartiere 167 di Modica. Si riunivano lì, da ragazzini, e non vedevano l’ora di correre dietro ad un pallone nel campetto da calcio, appena finita l’ora del catechismo. Si sono ritrovati in una calda serata d’estate. C'erano anche i suoi amici universitari: ragazze e ragazzi dalla faccia semplice e pulita. Ma lui, Mattia, 27 anni, non c’era. Era dentro una bara che aveva una scritta “Hichri Omar Mattia”. Lo avevano ricomposto in quel giagiglio mani pietose che, alle prime luci di mercoledì, sulla strada che va da Marina a Modica, lo avevano estratto dal groviglio di lamiere dell’auto di Mattia, all’alba di un giorno che avrebbe dovuto essere di gioia e che si è trasformato in una assurda tragedia. “Mattia aveva sostenuto con successo un colloquio di lavoro a Milano – racconta padre Michele Fidone che ha celebrato il funerale del ragazzo – era tornato a Modica per riabbracciare la mamma, Maria Grazia, il papà, Lofti, il fratello, Sami. E, naturalmente, i suoi amici, quelli di Marina di Modica con i quali condividere alcune ore spensierate, prima di fare ritorno a casa. Dove, però, non è mai arrivato.
Ed eccoli, gli amici di Mattia. Tutti presenti. Tutti attorno a quella bara con dentro le spoglie del loro compagno di giochi che non ha avuto il tempo di salutarli perchè un destino crudele ha fatto una scelta diversa e crudele.
Padre Michele Fidone non ha potuto trattenere la commozione durante il funerale: troppi i ricordi legati a quel ragazzo e alla sua famiglia. Il parroco si è rivolto, in modo particolare, alla mamma di Mattia, per la quale ha invitato tutti a pregare in modo da tentare di lenire un dolore troppo grande e troppo difficile da sopportare.